Comune di Caggiano

  • Telefono: 0975 393020
  • Fax: 0975 393920
  • Sitoweb: Caggiano
  • Socio dall'anno: 2019
  • Sede Amministrativa
    Via Nestore Caggiano 2 84030 Caggiano (Salerno)

Origine del nome

Il toponimo Caianus si originò - come quello di altri paesi vicini - dal comunissimo praenomen Caius, portato da qualche patrizio romano, che ne dovette possedere il fundus: nella lingua latina l'aggiunta del suffisso anus alla radice del nome proprio denota appunto appartenenza. Da tale praenomen deriva infatti anche il nome di un altro fundus Caianus, nell'attuale provincia di Roma, e più precisamente nel comune di Labico, di cui ci è pervenuta notizia dal cosiddetto Elenco Costantiniano e quello infine del comune di Caianello, in provincia di Caserta. Sappiamo ancora - a riprova di quanto detto - che l'aggettivo Caianus era assai in voga al tempo di Caligola: egli siccome in via ordinaria, era chiamato col prenome Caius, tale aggettivo venne a indicare tutto ciò che si riferiva all'imperatore, tanto che i suoi sostenitori erano detti appunto Caiani. Stesso nome fu successivamente dato da Tertulliano ai seguaci della montanista Quintilla, che egli però confuse con un'altra Quintilla, seguace appunto dello gnostico Caius. (fonte: it.wikipedia.org)

Il Territorio

  • Num. Abitanti: 3
  • Altitudine: 828
  • Superficie: 35,43 km²
  • Santo Patrono: Sant'Antonio - 13 giugno
  • Codice ISTAT: 065019
  • Codice Catastale: B351
  • Prefisso: 0975
  • PEC: segreteria.caggiano@asmepec.it
  • Dati forniti da Tuttitalia.it

Amministratore

Nome
Modesto Lamattina


Storia

Origini - Nel territorio sono stati rinvenuti resti preistorici, in particolare nelle "grotte dello Zachito" ai piedi del monte sulla cui cima si trova oggi il paese, luogo particolarmente favorevole per la vicinanza del fiume Melandro. Nell'VIII-VII secolo a.C., l'area entrò probabilmente in contatto con le colonie greche sulla costa. Il territorio doveva essere abitato da popolazioni di stirpe sabellica ... Epoca romana - Il territorio entrò a far parte dei domini romani dopo le tre guerre sannitiche (343 - 290 a.C.). Durante la seconda guerra punica Annibale vi tese un agguato al console romano Marco Claudio Marcello e non lontano Spartaco fu definitivamente sconfitto presso Dianum (l'antico centro da cui prende il nome il Vallo di Diano). ... Epoca alto-medioevale - Durante il periodo delle invasioni barbariche il territorio fu percorso da Vandali e Visigoti e fu interessato nel VI secolo dalle guerre tra Goti e Bizantini. Il territorio passò quindi sotto il dominio dei Longobardi, a cui si deve probabilmente un rafforzamento delle fortificazioni, databile tra l'VIII e il IX secolo. Da alcuni importanti centri sulla costa rimasti in potere dei Bizantini si rifugiarono verso l'interno preti e monaci, per lo più di rito greco, perseguitati dagli iconoclasti. Con l'indebolimento dei Longobardi, nel X-XI secolo si ebbe una nuova espansione bizantina verso l'interno, e questo rinnovato legame con il mondo greco è testimoniato a Caggiano dall'edificazione di chiese di rito greco, come Santa Caterina e Santa Maria dei Greci. Nell'XI secolo l'Italia meridionale venne conquistata dai Normanni guidati da Roberto il Guiscardo. … Nel XII secolo i Templari vi eressero una mansio in contrada "Sant'Agata", mentre l'ordine degli Ospitalieri (il futuro Ordine di Malta) gestiva l'ospedale dedicato a San Giovanni. ... La signoria dei Gesualdo - Il nuovo signore di Caggiano si mantenne fedele agli Angioini: nel 1284 fu nominato da Carlo I "Giustiziere della Basilicata" e quattro anni dopo fu nominato cavaliere da Carlo II. … Nel 1674 la signoria dei Gesualdo ebbe termine con Gianbattista Ludovisio, principe di Venosa e di Piombino e signore di Caggiano, che vendette il feudo a Prospero Parisani di Tolentino. La famiglia, secondo l'opuscolo "Veritatis Statera" di padre Arcangelo da Caggiano discendeva dalla nobile famiglia dei Suardo, di origini tedesche. XVII-XIX secolo: i Parisani - Il marchese Vincenzo Parisani Buonanno si distinse per un governo particolarmente duro ed oppressivo e fu denunziato nel 1754 al "Tribunale Regio". … L'ordinamento delle amministrazioni locali istituito durante l'occupazione francese e i regni di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat (1809-1810), con il consiglio comunale (decurionato) che eleggeva il sindaco, sopravvisse alla Restaurazione. (fonte: www.comune.caggiano.sa.it)

Feste

Sagra del calzone fritto: nell’ambito dei festeggiamenti in onore del Corpus Domini, il comitato festa organizza per la prima volta, la sagra del calzone fritto.

Sagra del fusillo con la ricotta: nell’ambito dei festeggiamenti della Madonna di Viggiano e di S. Feliciano nella contrada Mattina di Caggiano, il comitato festa allestisce la sagra del fusillo con la ricotta stagionata.

Percorso culinario: Nel Centro storico del Paese si assiste al rivivere dell’artigianato locale e alle antiche tradizioni, il tutto intervallato da “tappe” culinarie (“l’antipasto caggianese”, “lagane e ceci”, “l’arrosto di vitello”, il tipico “pasticcio caggianese”, “i dolci” locali) e dal buon vino locale. La manifestazione, organizzata dalle locali Pro Loco nei giorni 8,9,10 agosto, riveste una grande importanza per i paesi limitrofi ed è un termine di riferimento nel suo genere. Ha raggiunto la XX edizione, registrando un notevole e crescente successo, testimoniato dalla riproposizione di manifestazioni simili in quasi tutti i paesi vicini. I piatti tipici somministrati durante la manifestazione possono essere degustati, nel resto dell’anno, presso i ristoranti del luogo. Lungo il percorso è possibile visitare numerose mostre allestite appositamente per l’occasione  mostra degli abiti da sposa antichi, estemporanea di pittura …).

Sagra dei “crusicchi”: nell’ambito del Ferragosto caggianese si organizza una serata durante la quale i turisti possono degustare un piatto tipico della tradizione culinaria caggianese, i Crusicchi, pasta di casa cavata a mano dalle mani esperte delle donne del paese, conditi con un sugo di castrato di pecorino. Oltre alla sagra la serata  prevede un ballo di piazza allietata da un gruppo locale.

Sagra dello “struffolo”: Nell’ambito della festa in onore di S. Giacomo in località Calabri il comitato festa organizza la sagra dello struffolo, piccolo rustico fritto di pasta cresciuta accompagnata da vino locale.

Informazioni Turistiche

Il Castello e le Mura di cinta - Risalgono al IX o X sec. e furono posti a difesa dell'abitato. Delle quattro porte di accesso presenti lungo le Mura di cinta, uno degli accessi, denominato Porta del Ponte e posto nella parte orientale, aveva un ponte levatoio. Simbolo di Caggiano, era costituito in origine da un corpo centrale, una mole possente che comprendeva tre alte torri, un torrione e due fortini. Secondo un atto di donazione del 1092 il primo signore del paese, Guglielmo di Caggiano della famiglia di Roberto il Guiscardo, lo eresse nella parte più alta del paese per difendersi dagli attacchi dei Saraceni. Una delle porte orientali era provvista di ponte levatoio con catene in ferro, ancora oggi la zona viene denominata figurativamente Bocca del Ponte. Il paese inoltre era difeso per tre parti da altissimi strapiombi e ad est da un lago lacustre oggi del tutto prosciugato. I contadini sul far della sera, al suono dell’Ave Maria, rientravano all’interno delle mura per uscirne solo la mattina seguente quando giungeva il Signore per dare le sue disposizioni. La guardia avanzata dimorava nella Cappella di S. Luca, a 50 mt dal corpo centrale, mentre la milizia era acquartierata nel castello dove trovavano posto anche le armerie, le officine e le scuderie. Le prigioni e le sale delle torture erano situate a piano terra illuminate da piccole e alte fenditoie. Nel castello erano pronte all’uso potenti macchine da guerra disposte sui bastioni o presso le porte con cui scagliare sassi contro i nemici impedendone l’assalto, armi in seguito sostituite da cannoni in bronzo collocati sui torrioni e sulle mura.  Dopo varie vicissitudini, il castello da fortezza fu ampliato progressivamente fino ad assurgere a residenza signorile nel XV sec. Le Mura di cinta sono state interessate da un recente intervento di recupero e pertanto sono in buono stato di conservazione. Il Castello è parzialmente di proprietà di privati e in parte sede di mostre, convegni e altre iniziative culturali.

Cappella di S. Luca Evangelista - Situata nel Centro Storico della città e fu eretta a suo tempo da una confraternita.

Chiesa di S. Antonio - Situata presso l'ex monastero dei Padri Riformati, posta in posizione esterna rispetto al Borgo Medievale, ha due navate. I dipinti che adornano la chiesa sono del Peccheneda e del Guarini.

Chiesa di S. Caterina Vergine e Martire - Ha una struttura a crociera ed è stata interessata da un intervento di recupero. Conserva ben 6 opere del celebre pittore Nicola Peccheneda datate 1769.   

Percorso medioevale - Partendo dalla “Portuccia” un sentiero panoramico lambisce la parte est del centro storico là dove la roccia degrada verso i campi coltivati fino a raggiungere la chiesa di Santa Venere. In origine questo era il cammino d’ingresso al paese nella sua parte orientale. Lungo il percorso si incontrano diverse grotte usate un tempo dai monaci ortodossi come luoghi di meditazione  e un arco naturale maestoso e ancora intatto.

Chiesa di S. Veneranda - Al di fuori del circuito murario del paese, sul versante est, è ad unica navata con ingresso sul lato lungo e dai caratteri tipici delle piccole chiese che si svilupparono intorno al X sec. in seguito a flussi migratori di monaci e di popolazioni che si stanziarono nell’Italia meridionale. Vicino alla chiesa c’è una vasca battesimale dove si celebravano due volte l’anno i battesimi per immersione. A seconda della scuola di pensiero che si voglia seguire, due sono le ipotesi riguardo le condizioni in cui versa la struttura diruta, la prima attribuisce la colpa ad un sisma che ha colpito la zona, mentre la seconda racconta di un incendio devastante. Nonostante i danni riportati, la chiesa non ha perso il suo fascino data la sua posizione che affascina il visitatore nell’affacciarsi dal belvedere  verso l’orizzonte che in condizioni meteo favorevoli si apre al golfo di Salerno.

S. Maria dei Greci - La tradizione vuole sia stata la prima chiesa del paese.  Lunga 20m, larga 8m ed alta 10m, fino al 700 a forma greca e successivamente trasformata a croce latina. Accanto al campanile si trovava il convento dei eandroi.   Da documenti storici si rileva che il culto greco sia stato officiato di sicuro fino al 1570. Importanti sono i dipinti sotto la volta, opera del Guarino. Sul muro esterno sinistro la leggenda vuole che si trovi la pietra Santa portata dai templari dalla Palestina. Gli antichi usavano toccarla al loro passaggio in segno di buon augurio. Oggi la Chiesa non è aperta al culto in quanto in fase di ristrutturazione in seguito ai danni riportati nel sisma dell’80. Le tele che una volta adornavano la chiesa oggi in fase di restauro si possono  ammirare presso il laboratorio allestito presso il Castello Normanno dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Salerno e Avellino.

Chiesa Madre S. Salvatore - Lunga 30m, larga 10m  ed alta 11m, è ad una sola navata, il presbiterio è a volta mentre il soffitto, ora rifatto in calcestruzzo, una volta era di tela dipinta a cassettoni. Il presbiterio è separato dal resto della chiesa da una balaustra, l’altare maggiore, in marmo screziato, sembra sia opera del primo 600. Sull’altare maggiore vi è un quadro attribuito al Pucciarelli mentre il dipinto della Vergine del Soccorso  è del Peccheneda, mentre il polittico ad esso intorno viene attribuito da alcuni al Guarino da altri ad un pittore influenzato dal Solimena e dal De Mura. Di gran valore artistico è il pergamo in legno dell’insigne concittadino Cafaro Fortunato, è in stile barocco, sulle tre pareti lignee sono scolpiti episodi del Vangelo oltre ad una colomba, simbolo dello Spirito santo, un’aquila, raffigurante la forza della chiesa.

Ospedale di S. Luca - Fino al 1864 attiguo alla cappella di San Luca si trovava l’ospedale, sorto per volere del cardinale Gesualdo fratello del Signore di Caggiano, intorno al 1600. I locali una volta destinati ad ospizio per i pellegrini vennero ampliati, fu creata una farmacia per la distribuzione gratuita di medicinali ai poveri Una parte delle entrate risulta venissero divise in 6 parti da destinare alla dote di altrettante povere giovani, i ducati rimanenti servivano per lì amministrazione dell’ospedale e per i poveri.

Il Monastero (S. Antonio) - Il monastero dei Padri Riformati alla regola di S. Francesco fu costruito nel 1600 con l’apporto economico di tutte le famiglie del paese e venne consegnato nel 1634.  Ha la forma di un quadrato: intorno al chiostro sono tutti i servizi, sul porticato al primo piano le celle, la biblioteca e la saletta delle riunioni. Contigua è la piccola chiesa a due navate dedicata a S. Antonio, secondo protettore del paese. L’interno è decorato da tele di Domenico Guarino, una piccola del Peccheneda e altri di scuola solimenesca. Opera di grande pregio è il monumento funerario di Emanuela Vitilio, figlia del marchese Parisanni. All’interno di una nicchia lungo la parete sinistra (guardando dall’altare) è la statua lignea del 1700 raffigurante la Vergine e trasferita qui dalla chiesa di S. Maria dei Greci. Meritano attenzione due croci in madreperla di origine bizantina risalenti all’anno Mille. Di grande prestigio la statua lignea del 700 della Vergine trasferita nella cappella da S. Maria dei Greci. Il monastero è passato al comune con le leggi eversive del 1866, la bella biblioteca tra le più ricche della Lucania, con testi del 500 e del 600 andò dispersa, solo alcuni libri di minor valore sono conservati nella biblioteca del SS. Salvatore.

Antiquarium - Si trova presso il monastero dei Padri Riformati, attiguo alla biblioteca comunale. La tomba ricostruita al centro dell’antiquarium è alto-medievale, risale all’VIII-IX sec. d. C. ed è stata scavata in località Fontana Caggiano. Tutti gli altri pezzi esposti appartenevano al monumento funerario fatto erigere da Gresia Terzia nel 40 d. C. per il marito Quinto Insteio Cimbro, un monumento di grandi dimensioni a forma di tempio arricchito da statue che testimoniano in età tardo repubblicana un fenomeno di accumulazione della ricchezza e la formazione di vasti latifondi.

Percorsi naturalistici

Grotte dello Zachito -  Le Grotte dello Zachito si trovano nel territorio del comune di Caggiano a Nord, Nord-Est dall’abitato e nei pressi del fiume Melandro. Secondo alcune documentazioni è in queste preistoriche grotte che si collocarono i primi insediamenti abitativi del popolo di Caggiano. La grotta fu scoperta dallo stesso speleologo scopritore delle grotte di Pertosa, Paolo Carucci (1842-1925). Attraverso un impervio passaggio si poteva accedere ad una sala più ampia dove sono stati rinvenuti  numerosi reperti. La zona infatti era abitata da popolazioni di stirpe eandro: le vallate erano percorse da genti nomadi dedite alla pastorizia, armate di frecce di pietra ed archi e con scudi di vimini.

Il fiume Melandro - Un percorso d’eccezione per gli amanti della natura e del trekking è rappresentato, sul territorio di Caggiano, dal fiume eandro che segna il confine fisico tra le regioni Campania e Basilicata. Il fiume dista dal centro del paese circa 15 minuti di macchina, è possibile accedere  alle sponde da più punti per poi continuare a piedi il percorso che risulta, per buona parte, anche percorribile via torrente. Durante la passeggiata di circa un‘ora nel canyon formatosi grazie allo scorrere delle acque, è possibile individuare diverse sorgenti di acqua sulfurea che si riversa nelle acque. A metà circa del cammino si incontrano quelli che vengono definiti informalmente Faraglioni,  due formazioni in pietra che si stagliano nel cielo dove il fiume dà origine ad un’insenatura ed ad una spiaggetta pietrosa.  L’escursione è adatta sia per adulti che per bambini, è consigliabile un abbigliamento comodo e sportivo appropriato per chi vuol praticare il water trekking. (fonte: www.comune.caggiano.sa.it)

Denominazioni collegate

Colli di Salerno

Colli di Salerno

Regione di riferimento: Campania
Enoregione: COSTIERA AMALFITANA, AREA SORRENTINA E CAPRI, CILENTO
Tipo denominazione : IGT
Enti Collegati
Comune di Maiori, Comune di Tramonti, Comune di Furore, Comune di Centola, Comune di Caggiano, Comune di Aquara

Enti Interessati
mostra/nascondi

Colli di salerno

Campania

Campania

Regione di riferimento: Campania
Enoregione: AREA VESUVIANA, CAMPI FLEGREI E ISCHIA, AVERSANO, CILENTO, IRPINIA,COSTIERA AMALFITANA, AREA SORRENTINA E CAPRI, LITORALE DOMIZIO E ALTRO CASERTANO, SANNIO
Tipo denominazione : IGT
Enti Collegati
Pro Loco PLANCA, Comune di Vitulano, Comune di Venticano, Comune di Tufo, Comune di Tramonti, Comune di Torrecuso, Comune di Terzigno, Comune di Telese Terme, Comune di Taurasi, Comune di Solopaca, Comune di Sant'Agata De' Goti, Comune di San Lupo , Comune di San Lorenzo Maggiore, Comune di San Lorenzello, Comune di Roccabascerana, Comune di Ravello, Comune di Puglianello, Comune di Procida , Comune di Pratola Serra, Comune di Pontelatone, Comune di Ponte, Comune di Petruro Irpino, Comune di Paupisi, Comune di Paduli, Comune di Montesarchio, Comune di Montefredane, Comune di Montefalcione, Comune di Mondragone, Comune di Melizzano, Comune di Maiori, Comune di Lapio, Comune di Guardia Sanframondi, Comune di Galluccio, Comune di Furore, Comune di Frasso Telesino, Comune di Foglianise, Comune di Dugenta , Comune di Chianche, Comune di Cerreto Sannita , Comune di Centola, Comune di Castelvenere, Comune di Castelfranci, Comune di Castel Campagnano , Comune di Campoli del Monte Taburno, Comune di Caiazzo , Comune di Caggiano, Comune di Bonea, Comune di Benevento, Comune di Avellino, Comune di Aquara , Comune di Amorosi, Comune di Durazzano , Provincia di Benevento

Enti Interessati
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