Comune di Matelica

  • Telefono: 0737 781811
  • Fax: 0737 781835
  • Sitoweb: Matelica
  • Sede Amministrativa
    Piazza Enrico Mattei 1 62024 Matelica (Macerata)

Origine del nome

L'origine del nome Matelica è oscura e si perde nelle nebbie del tempo: in tutto il mondo non esiste nessun altro luogo o città con questo nome, e rarissimi sono quelli che terminano con la stessa desinenza. Si attesta l'interessante assonanza con Mensa Matellica, frazione di Ravenna, sito risalente all'età del Bronzo. Il nome potrebbe essere di origine celtica e significare paese dei prati, dal celtico matten, prato. Ancora più azzardata è una supposizione di origine greca, essendo i greci stabilitisi nella vicina Ancona: dal greco màthesis, studio, oppure, con più cognizione, metelis, luogo di delizie. Se si considera l'antico nome dialettale Matelga, allora potrebbe essere interessante considerare la parola teleg, che in molte lingue antichissime, come quelle semitiche, significa neve, e dunque luogo coperto di neve. Si potrebbe far risalire l'origine al latino, alla forma mater liquoris, madre delle acque, anche se nessun fiume nasce nel suo territorio e, soprattutto, Plinio il Vecchio chiama la città Matilica Matilicatis, e dunque il nome le era già stato assegnato. Recenti studi identificano l'origine del nome come la traduzione celtica Mati-lika, probabile traduzione del toponimo sudpiceno Kupra Vepets, buona lastra di pietra. (fonte: wikipedia.org)

Il Territorio

  • Num. Abitanti: 10187
  • Altitudine: 354
  • Superficie: 81.10
  • Santo Patrono: Sant'Adriano
  • Codice ISTAT: 43024
  • Codice Catastale: F051
  • Prefisso: 737
  • PEC: protocollo.comunematelica@pec.it
  • Zona Sismica: 2
  • Zona Climatica: D
  • Gradi Giorno: 2054
  • Dati forniti da Tuttitalia.it

Amministratore

Nome
Massimo Baldini


Storia

Città di antichissima origine. Le prime testimonianze della presenza dell'uomo nel territorio matelicese risalgono al Paleolitico; in una fase avanzata del Neolitico si pone l'insediamento di Braccano, scoperto nel 2000, dove sono emersi i resti di un abitato con aree di lavorazione della selce. A partire dall'VIII sec. a.C., ma soprattutto durante il VII, l'intero comprensorio viene densamente popolato: lo dimostrano le estese aree di abitati e le necropoli sviluppatesi in corrispondenza dei pianori di fondovalle prossimi al corso del fiume Esino. A questa fase risale il ritrovamento di numerosi vinaccioli di "Vitis Vinifera" recuperati in una tomba picena appartenuta ad un personaggio di rango principesco, straordinario documento delle antichissime origini della coltivazione della vite in questa zona. Nel periodo successivo l'insediamento sembra concentrarsi nella parte centrale del territorio, in corrispondenza dell'attuale capoluogo comunale, ed assumere forme più strutturate. Tale processo evolutivo dovette subire una svolta a partire dagli inizi del III sec.a.C., quando il territorio viene interessato dalla conquista romana che porterà, intorno alla metà del I sec.a.C., alla nascita del Municipium di Matilica, il cui nome è stato ereditato dall'attuale Matelica. Il centro assume il suo massimo sviluppo tra I e II sec. d.C., come dimostrano i numerosi resti monumentali. La decadenza dei centri romani tra III e IV sec. d.C. investe anche Matelica che, comunque, diviene sede vescovile tra V e VI secolo. Aggregata, sotto il dominio longobardo, al ducato di Spoleto viene trasformata poi in castello. Si eresse a libero Comune intorno al 1150, quando i cittadini sostituirono i Consoli ai conti feudatari dell'impero tedesco. Tra il 1170 e il 1180 fu distrutta da Cristiano, Arcivescovo di Magonza, che operò nelle Marche per ristabilire il potere dell'imperatore Federico I. Una nuova autonomia comunale fu ristabilita intorno al 1210. Nel 1266, con il ristabilimento dell'autorità pontificia nella Marca, Matelica passò sotto le dirette dipendenze della Santa Sede. Dalla fine del secolo XIV fu soggetta alla famiglia Ottoni, vicari pontifici. In quel periodo una delle principali fonti di ricchezza erano le fabbriche dei panni di lana. L'industria, dopo il ritorno nel 1578 sotto il diretto dominio della Chiesa, decadde. La città dal 1610 fu sede di un Governatore di Breve, ma questo privilegio non migliorò le sue industrie. L'invasione francese prima e le lotte per l'unità nazionale poi portarono a un completo decadimento dell'industria dei panni lana; restarono attive alcune piccole concerie della pelle. Soltanto nel secolo appena concluso l'economia è ritornata ad espandersi. Nell'immediato dopo guerra sono stati aperti nuovi opifici industriali e qualche anno dopo, grazie anche alla presenza di Enrico Mattei, sono nate importanti industrie di confezioni e metalmeccaniche. Di questa nuova ricchezza ne ha giovato anche l'agricoltura che si è specializzata nella viticoltura, nell'apicoltura e nell'allevamento. Di conseguenza la città è cresciuta e l'edilizia privata è uscita dal centro storico e si è diffusa nel territorio immediatamente vicino ad esso. (fonte: www.comune.matelica.mc.it)

Informazioni Turistiche

Un giro della città non può mancare la Piazza e i Palazzi, le Chiese, il Corso,  il Museo Civico Archeologico e la Pinacoteca Comunale (momentaneamente chiusi per lavori), il Museo Piersanti, la Collezione Mineralogica "Giovanni Cingolani", la Fontana Monumentale e l’ottocentesco Teatro Piermarini (questi ultimi recentemente restaurati). La particolare morfologia del territorio, ha sempre offerto un habitat adatto all'allevamento degli animali ed anche oggi non e'casuale vedere al pascolo i bovini della pregiata razza Marchigiana o gli ovini di razza fabrianese. Un discorso a parte meritano i suini ed anche se sono del tutto sparite le razze autoctone, il gusto per la tradizione anche nella produzione industriale è rimasto, dal tipico ciauscolo al salame lardellato. Dolcissimo e profumatissimo il miele Millefiori caratteristico in questa zona per la molteplicità dei fiori presenti. Molti i piatti della tradizione contadina: tra i primi piatti spiccano i vincisgrassi e le tagliatelle della trebbiatura, tra i secondi piatti coniglio in porchetta, pollo in potacchio e la classica coratella d'agnello, tra i dolci la crescia sfojata (strudel ricco di noci, uva secca, fichi secchi e mele), la frustenga (preparata con la dolcissima sapa, mosto d'uva condensato) e la bianca friabilissima e leggerissima ciambella di pasqua. E poi c’è il vino. Nella vallata compresa tra il monte S.Vicino ad est, la catena del monte Catria ad ovest ed i monti Sibillini a sud, circondati dal letto del fiume Esino si estende la zona di produzione del Vedicchio di Matelica DOC. Questa valle è l'unica nelle Marche ad essere posta in modo trasversale e, grazie ad una particolare orografia, genera una serie di microclimi vantaggiosissimi per la viticoltura. I terreni non sono particolarmente fertili ma sono irrigati da una regolare distribuzione delle piogge nell'arco dell'anno, ottima è l'esposizione dei vigneti al clima assai mite, la ventilazione è costante, la luminosità e il calore contribuiscono a creare un ambiente ottimale per il ciclo vegetativo della vite. Il frutto assimila, così, al massimo componenti organiche di pregio. Il Verdicchio deve essere ottenuto dalle uve del vitigno verdicchio, possono concorrere alla produzione anche uve provenienti dai vitigni del trebbiano toscano e malvasia toscana in misura non superiore al 15 % del totale. Il grappolo autoctono è conico e cilindrico, spargolo o semispargolo, con acini medi dalla buccia sottile, color verde giallastro e si differenzia da quello iesino che viceversa è serrato. La tecnica culturale più diffusa è quella a spalliera con sistema di allevamento a " Gujot" o "doppio capovolto". All'olfatto il vino è fragrante, fine, fresco e fruttato, con sentori di mela, di biancospino e di ginestra. Al gusto è secco, fresco, con retrogusto persistente di mandorla amara. Visivamente è limpido con colore giallo paglierino e riflessi verdognoli, la gradazione alcolica complessiva minima è di 11,5 gradi, l'acidità totale può oscillare dal 5 al 7 per mille. Da tutto pasto, è molto apprezzato sia come spumante che come aperitivo, si abbina ad antipasti magri o di pesce, primi piatti e risotti e secondi piatti a base di pesce. Si può degustare con formaggi pecorini stagionati e dolci a pasta non lievitata.

Denominazioni collegate

Verdicchio di Matelica Riserva

Verdicchio di Matelica Riserva

Regione di riferimento: Marche
Enoregione: COLLINE CENTRALI
Tipo denominazione : DOCG
Enti Collegati
Comune di Matelica

Enti Interessati
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Docg verdicchio di matelica riserva

Verdicchio di Matelica

Verdicchio di Matelica

Regione di riferimento: Marche
Enoregione: COLLINE CENTRALI
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Matelica

Enti Interessati
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Doc verdicchio di matelica

Colli Maceratesi

Colli Maceratesi

Regione di riferimento: Marche
Enoregione: COLLINE CENTRALI
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Morrovalle, Comune di Serrapetrona, Comune di Matelica

Enti Interessati
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Doc colli maceratesi

Marche

Marche

Regione di riferimento: Marche
Enoregione: COLLINE CENTRALI, COLLINE PESARESI, COSTA ANCONETANA, PICENO
Tipo denominazione : IGT
Enti Collegati
Comune di Serrapetrona, Comune di San Paolo di Jesi, Comune di Ripatransone, Comune di Osimo, Comune di Offida, Comune di Morrovalle, Comune di Morro d'Alba, Comune di Staffolo, Comune di Matelica, Comune di Cupramontana, Comune di Castelplanio

Enti Interessati
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Marche

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