Comune di Rovereto

  • Telefono: 0464 452111
  • Fax: 0464 452106
  • Sitoweb: Rovereto
  • Sede Amministrativa
    Piazza del Podestà 11 38068 Rovereto (Trento)

Il Territorio

  • Num. Abitanti: 38141
  • Altitudine: 204
  • Superficie: 50.99
  • Santo Patrono: Santa Maria Ausiliatrice
  • Codice ISTAT: 22161
  • Codice Catastale: H612
  • Prefisso: 464
  • PEC: comunerovereto.tn@legalmail.it
  • Zona Sismica: 3
  • Zona Climatica: E
  • Gradi Giorno: 2713
  • Dati forniti da Tuttitalia.it

Amministratore

Nome
Francesco Valduga


Storia

Il borgo di Rovereto si presenta nel Medioevo come un insediamento storicamente meno antico e meno blasonato rispetto ad altri, senz'altro minori, sparsi nella Vallagarina, raccolti attorno alle varie Pievi. E infatti le prime notizie che lo riguardavano ci informano che esso dipendeva, sia per la giurisdizione ecclesiastica che per la civile, da Lizzana. Nel 1225 Jacopino da Lizzana vi insediò un villicum, poi arrivarono i nuovi signori di quella castellania: i Castelbarco legati alla dinastia veronese dei Della Scala. Attorno al 1300 Guglielmo di Castelbarco innalzò a Rovereto la cerchia delle mura (La Terra), vi insediò un Giudice e rinsaldò i rapporti della Vallagarina con Verona. Questi si mantennero poi nei secoli sempre molto stretti, come ci assicurano gli Statuti della Magnifica Comunità di Verona ove si afferma che la fortificatissima Valle di Lagaro (Lagari Munitissimus) faceva parte della giurisdizione veronese. Questa situazione, che precede la nascita del Principato vescovile di Trento, si mantenne almeno fino alla caduta del Regno longobardo, nel 778, secondo le ipotesi degli storici. È solo agli inizi del XIII secolo che si hanno certezze sul cessare della giurisdizione veronese e l'instaurarsi della giurisdizione trentina in Vallagarina, a Lizzana e quindi a Rovereto. Nel 1197, giovedì 1º maggio, il vescovo tridentino Corrado II di Beseno, istituì solennemente alla presenza dei feudatari della valle de Lagaro l'ospizio per i lebbrosi e i poveri di Sant'Ilario di Rovereto, ed emanò lo Statuto che consentiva celebrare in loco una fiera godendo dei relativi privilegi, esenzioni e indulgenze, nonché delle cospicue entrate per i terreni annessi. Solo vent'anni prima, nel 1177, Aldrighetto di Castelbarco, o chi per lui, aveva assassinato presso l'attuale convento di San Rocco di Rovereto il vescovo di Trento Adalpreto che, secondo il Sansovino, aveva invaso la Vallagarina per usurparne i feudi, e conseguentemente "essere stato ucciso perché voleva torre lo Stato altrui". Il leone di San Marco, emblema della Serenissima, affrescato a Palazzo Pretorio, ricorda la dominazione veneta a Rovereto. Più tardi nel tempo, allorché la Repubblica di Venezia estese il suo dominio fino alla Valle Lagarina mantendolo per quasi un secolo, dal 1416 fino al 1509, Rovereto si trasformò in una ben munita piazzaforte strategica di frontiera. La Serenissima vi mandò nel 1425 i suoi architetti (il Malipiero e il Basadonna sono ricordati ancora oggi nei nomi dei torrioni che eressero), ne rafforzò e ampliò le strutture militari di difesa: il castello castrobarcense e la cerchia delle mura. Rovereto perse con Venezia la sua caratteristica di borgo medievale per acquisire quelle di una città, centro economico pulsante di vita e sempre più affollata di mercanti, industriosi artigiani locali, ma anche veneti e lombardi, medici, notai, gabellieri, gastaldi mentre nel contesto urbano si moltiplicavano le botteghe, le taverne, gli ospizi per i viandanti, chiese e conventi. Decisivo per suscitare lo sviluppo economico di Rovereto fu l'atto decretato nel 1417 dalla Serenissima Repubblica di Venezia, grazie al quale la città di Rovereto avrebbe goduto della "esenzione dal dazio di consumo" a beneficio della "attività tessile". Questo atto lungimirante di politica daziaria della Serenissima incentivò da allora gli investimenti in attività artigianali ed industriali, premiando le iniziative imprenditoriali, favorendo le trasformazioni di capitali terriero e gli investimenti dei possidenti locali e forestieri. L'esenzione dai dazi di consumo fu rinnovata poi il 3 novembre 1510 con diploma di Massimiliano I, dopo che, a conclusione della guerra contro Venezia ordita dalla Lega di Cambrai e della sconfitta veneziana alla Battaglia di Agnadello, Rovereto venne occupata dall'esercito imperiale. Massimiliano I confermò i privilegi e gli Statuti ai "fedeli consoli e cittadini e alla comunità della città di Rovereto", confermandone il rango di città. La parte meridionale del Trentino, e con essa Rovereto, già veneziana, non fu però restituita al Principato vescovile di Trento, ma costituì invece il "Circolo ai confini d'Italia", sorta di zona franca che, per la sua importanza strategica, veniva controllata direttamente dall'Impero. Rovereto successivamente alla fine dell'amministrazione veneziana pretese ed ottenne di godere delle condizioni di particolare autonomia che ne avevano caratterizzato lo status sotto la Serenissima ed ebbe quindi un regime amministrativo suo peculiare, diverso da quello vigente per gli altri territori trentini dell'Impero. Nel dicembre 1805, dopo la sconfitta inflitta ad Austerlitz da Napoleone alle forze asburgiche e in seguito alla pace di Presburgo, Rovereto passò sotto l'amministrazione dei Bavaresi, alleati dei francesi, che governarono provvisoriamente il Trentino dall'inizio del 1806 alla fine del 1809, dapprima mediante la Commissione provvisoria amministrativa del Tirolo meridionale e quindi attraverso la Commissione amministrativa del Dipartimento dell'Alto Adige. In entrambe le Commissioni ebbe determinanti responsabilità il barone Sigismondo Moll di Villa Lagarina. Il Moll aveva già lodevolmente ricoperto, nel 1791, la carica di capitano distrettuale del Circolo ai Confini d'Italia (il Trentino) con sede a Rovereto e, nel 1796, fu presidente di quel Consiglio amministrativo. Nel giugno del 1810 il Tirolo meridionale (che di fatto comprendeva tuttavia il solo Trentino) fu annesso al Regno d'Italia. Sconfitto il Bonaparte, dal 1815 Rovereto divenne parte della Contea austro-ungarica del Tirolo e fu, fino al 1918, capoluogo di uno dei sette circoli da cui la provincia stessa era costituita. Il periodo forse più fiorente della storia di Rovereto è stato il secolo XVIII, allorché si sviluppò al massimo l'industria della seta introdotta dai veneziani fin dal XV secolo. Già all'inizio del '500 fu installato in città il "primo filatoio a braccia di uomini" per iniziativa di Girolamo Savioli. Il progresso fu continuo. Nel 1766 gli opifici serici roveretani occupano più di 1000 operai, mentre oltre 4000 cottimisti lavorano agli ordini dei filatori e capofilatori nei 36 filatoi, 26 incannatoi, 1236 arcolai e nelle 5 tintorie che fornivano il prodotto finale ai 23 negozi di seta. "Tout Roveredo travaille aux premières manufactures de soie ... " ebbe a osservare un illustre viaggiatore, il pensatore politico Montesquieu, quando qui fece tappa durante il suo viaggio in Italia, (1738 - 1741). La popolazione di Rovereto, che raggiunse alla fine del Settecento un significativo livello di benessere, testimoniato dalle realizzazioni architettoniche che tuttora la caratterizzano, era occupata, oltre che nella filiera della produzione della seta, nell'artigianato e nel commercio. La città ebbe fama anche, per l'importanza della sua vita culturale e il livello generale dell'istruzione, come l'Atene del Trentino. Tra le realizzazioni urbanistiche di pregio di quel periodo sono da ricordare il Corso Nuovo lungo la via imperiale antica (oggi Corso Angelo Bettini, in memoria del martire), ideato dall'architetto Ambrogio Rosmini nel 1771. In quel tempo vengono ampliate anche le strade che portano ai sobborghi e lungo quei percorsi si innalzeranno i nuovi nobili palazzi che decoreranno Rovereto: il Palazzo dell'Annona (1771-72), Palazzo Piamarta (1172), Palazzo Fedrigotti (1778-90), Palazzo Alberti (1791), Palazzo Rosmini alle Frassine. Il Teatro lungo il Corso Nuovo e del 1783. Nascono anche le ville del patriziato in quella che allora era campagna ridente: la villa Alle Grazie, dei Vannetti, Villa Bridi, Villa Tacchi. Nel 1850 la città di Rovereto conta 7.431 residenti che formano 1.694 famiglie, accolti in 654 case. In quel tempo nascono, soprattutto per iniziativa e con l'intervento finanziario di privati cittadini, notevoli istituzioni e strutture destinate a supportare ulteriormente lo sviluppo della città. Nel 1841 voluta da tre illuminati imprenditori, Giovanni Battista Tacchi, banchiere e grande industriale della seta, G. B. Sannicolò, industriale serico, il proprietario terriero Cesare Malfatti ed altri 42 roveretani, fu fondata la Cassa di Risparmio di Rovereto che monopolizzerà per tutto il secolo e oltre le attività economico-finanziarie sviluppate sul territorio e in provincia. Anche la costruzione dell'imponente acquedotto potabile dello Spino (1843-1845), che risolse da allora per Rovereto e la valle il problema della erogazione igienica di acqua purissima e fresca, va riconosciuta alla tenacia del dottor Antonio Balista e al senso civico di molti privati cittadini, coadiuvato dall'apporto finanziario del Comune. La medesima amministrazione comunale cittadina che, nel 1854, pur non avendo responsabilità dirette, contribuì al finanziamento di un'altra opera: l'opificio della Manifattura Tabacchi, sorta sulle rive dell'Adige a Borgo Sacco. La fabbrica diverrà una risorsa preziosa per combattere la crescente disoccupazione quando, sul finire del secolo, la prima crisi economica avrebbe colpito il Trentino meridionale, consentendo di ridurre localmente il fenomeno drammatico dell'emigrazione. Memorabile fu l'attività amministrativa svolta da Cesare Malfatti, podestà di Rovereto tra il 1851 e il 1860, ed ancora tra il 1867 e il 1873, poi deputato alla Camera di Vienna. La città memore e grata gli ha dedicato la piazza del Grano, una delle più belle del centro storico. Al suo governo illuminato si deve l'acquisto del Palazzo della pubblica istruzione, il completamento del Ginnasio, l'istituzione della Scuola Reale Elisabettina per la quale sottoscrisse una generosa offerta, la fondazione del Museo Civico del quale fu il primo presidente, la fondazione, assieme ad altri cittadini, della Cassa di Risparmio di Rovereto che poi diresse dal 1841 al 1855, l'istituzione del Corpo dei Civici Pompieri, della Società Agraria. Per sua iniziativa fu costruito il ponte in pietra (Ponte Forbato) sul Leno, la nuova fabbrica dell'Asilo infantile, la piazza della Posta, il passeggio di San Rocco. E ancora l'acquisto dei terreni contigui la nuova strada della stazione ferroviaria, vigorosamente sostenuto in vista della risistemazione urbanistica e dell'impostazione del Corso Rosmini (1872 - 1878). Questo avveniva dopo che nel 1859 si completò il tronco Verona-Trento della Ferrovia del Brennero ed è da notare che per sollecitare la realizzazione di questa opera si attivarono responsabilmente le autorità pubbliche di Rovereto, di concerto con la Camera di Commercio ed Industria. Questa istituzione, eretta a Rovereto il 13 agosto 1850 seppe svolgere un ruolo determinante di studio, indirizzo e propulsione per le attività economiche nel Trentino meridionale nei decenni successivi, conducendo efficaci battaglie contro il potere centrale di Innsbruck e Vienna per la soluzione dei problemi locali nell'interesse della popolazione. L'azione della Camera di Commercio e Industria risultò particolarmente utile durante gli anni che seguirono e il manifestarsi della crisi agricola e industriale. La grave crisi che colpì il roveretano e la valle nella seconda metà dell'Ottocento era dovuta a diverse concause: le tensioni politiche seguite agli accadimenti del 1848 e le guerre del 1859 scardinarono alcuni elementi portanti dell'economia locale, modificarono negativamente sia i rapporti tra i settori di produzione sia i tradizionali assetti dei rapporti commerciali con le regioni confinanti. I nuovi uffici doganali posti sui confini con la Lombardia e il Veneto ostacolano le vendite della seta e della carta e l'importazione vantaggiosa dei cereali. Il gravame dei forti dazi e delle barriere doganali devastò il sistema dei rapporti commerciali, mise in ginocchio l'industria serica, l'industria dei velluti, quella della concia delle pelli. A questa situazione già assai negativa si aggiunse, per l'agricoltura, il diffondersi della fillossera e della pebrina che colpirono la viticoltura e la coltura dei bachi da seta. Intervennero quindi a guastare ulteriormente questo quadro infelice le tragiche alluvioni dei torrenti e dell'Adige negli anni 1882-1885 e seguenti. Nonostante tutto ciò, la città seppe reagire con una graduale ristrutturazione delle basi economiche che avrebbe portato al decollo di una nuova industrializzazione più evidente agli inizi del nuovo secolo, svolta segnata dalla fine della fase "protezionistica" e l'inizio di quella "liberistica" in cui la giunta comunale operò da protagonista. Decidendo la "esenzione delle sovraimposte con la concessione della forza motrice a condizioni di favore, sia con la cessione di suolo e con le facilitazioni per farlo ottenere a chi per scopi industriali avanzasse domanda", l'amministrazione comunale di Rovereto richiamò sul territorio numerosi imprenditori che seppero riconvertire e reindirizzare la nuova produzione industriale. (fonte: it.wikipedia.org/wiki/Rovereto)

Feste

Città-palcoscenico, Rovereto propone un ricco cartellone di eventi artistici, dai festival di danza, teatro, musica, cinema ed archeologia, alle stagioni di prosa, agli spettacoli all’aperto. Questi i principali appuntamenti per vivere un centro da sempre crocevia di popoli e culture: Oriente Occidente, il Festival Mozart la Settimana mozartiana e la rassegna del Cinema Archeologico.

Informazioni Turistiche

Adagiata tra colline e vigneti, Rovereto è al centro della Valle dell’Adige, lungo la principale via di collegamento tra Verona e Trento. La scoperta di Rovereto si snoda attraverso dei percorsi individuati per permettere di godere di molteplici visioni della città: il percorso Storico attraversa le vie più antiche del centro arrivando fino all'antico quartiere di Santa Maria; il percorso Visite e scorci si snoda lungo il torrente Leno svelando le bellezze naturali della città; il percorso Botteghe storiche ripercorre l'antica storia commerciale artigiana, permettendo di visitare le botteghe storiche, tipiche e di tradizione trentina. Dalla secolare tradizione culturale - dal Mart-Museo di arte contemporanea con oltre 12.000 metri quadrati dedicati all'arte del XX e XXI secolo, alla ricerca e alla didattica, al Museo Storico Italiano della Guerra, che da più di ottant'anni raccoglie e conserva nel Castello di Rovereto reperti e documenti relativi alla Prima guerra mondiale - Rovereto offre anche interessanti dintorni, come il Sentiero della Pace, un tracciato che collega i luoghi e le memorie della Grande Guerra, o l'escursione sul Monte Zugna, dove sono ben visibili in un costone roccioso un centinaio di orme fossili lasciate da alcuni dinosauri della specie Camptosaurus e Dilophosaurus. Tra i molti ospiti illustri che hanno visitato Rovereto, il più noto è forse Wolfgang Amadeus Mozart, che tenne nella chiesa di San Marco il suo primo concerto in Italia. Rovereto è anche Città della Pace, come testimonia la grande Campana dei Caduti. Fusa con il bronzo dei cannoni delle nazioni che hanno partecipato alla Prima guerra mondiale, i suoi 100 rintocchi diffondono ogni sera un messaggio universale di pace. Nei suoi pressi, il sacrario di Casteldante conserva le spoglie di oltre 20.000 soldati. Da non mancare un assaggio dei probusti, le caratteristiche ed esclusive salsicce da mangiare con i crauti della Val di Gresta o con la senape. 

Denominazioni collegate

Valdadige

Valdadige

Regione di riferimento: Trentino Alto Adige
Enoregione: VALDADIGE ALTOATESINA, VALDADIGE TRENTINA, VALLI LATERALI ALTOATESINE, VALLI LATERALI DEL TRENTINO
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Volano, Comune di Trento, Comune di Rovereto, Comune di Madruzzo, Comune di Lavis, Comune di Isera, Comune di Faedo, Comune di Cembra Lisignago, Comune di Bolzano, Comune di Besenello, Comune di Avio, Comune di Aldeno, Comune di Ala

Enti Interessati
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Doc valdadige o etschtaler

Trevenezie

Trevenezie

Regione di riferimento: Trentino Alto Adige
Enoregione: VALDADIGE TRENTINA, VALLI LATERALI DEL TRENTINO
Tipo denominazione : IGT
Enti Collegati
Comune di Volano, Comune di Trento, Comune di Rovereto, Comune di Madruzzo, Comune di Lavis, Comune di Isera, Comune di Faedo, Comune di Cembra Lisignago, Comune di Besenello, Comune di Avio, Comune di Aldeno, Comune di Ala

Enti Interessati
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Trevenezie

Trento

Trento

Regione di riferimento: Trentino Alto Adige
Enoregione: VALDADIGE TRENTINA, VALLI LATERALI DEL TRENTINO
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Trento, Comune di Rovereto, Comune di Mezzolombardo, Comune di Lavis, Comune di Isera, Comune di Faedo, Comune di Cembra Lisignago, Comune di Brentonico, Comune di Besenello, Comune di Avio, Comune di Aldeno, Comune di Ala, Comune di Volano

Enti Interessati
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Doc trento

Vigneti delle Dolomiti

Vigneti delle Dolomiti

Regione di riferimento: Trentino Alto Adige
Enoregione: VALDADIGE ALTOATESINA, VALDADIGE TRENTINA, VALLI LATERALI ALTOATESINE, VALLI LATERALI DEL TRENTINO
Tipo denominazione : IGT
Enti Collegati
Comune di Trento, Comune di Rovereto, Comune di Novella, Comune di Mezzolombardo, Comune di Madruzzo, Comune di Lavis, Comune di Isera, Comune di Cembra Lisignago, Comune di Bolzano, Comune di Besenello, Comune di Aldeno, Comune di Ala, Comune di Volano

Enti Interessati
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Vigneti delle dolomiti o weinberg dolomiten

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