Antichi impianti vinari da Bortigali

In Sardegna le più antiche testimonianze della coltivazione della vite risalgono al Bronzo Medio tardo (XV-XIV sec. a.C. ). Tuttavia, se da un lato le ricerche sull’archeologia della vite e del vino nell’isola si sono notevolmente sviluppate in questi ultimi anni, dall’altro rimangono aperti numerosi interrogativi legati non solo alle origini e alle modalità della domesticazione della vite, ma anche alle metodologie di produzione del vino. Per ovviare a ciò, chi scrive ha intrapreso uno studio finalizzato alla costituzione di un repertorio tipologico-funzionale dei cosiddetti palmenti, ovvero di quei manufatti impiegati nella fase di schiacciamento delle uve per pressione. Qui vengono presentati i primi risultati ottenuti nella regione storica della Sardegna denominata Marghine. All’interno di questo territorio, attraverso varie campagne di ricerca etnografica e di indagine sul campo, sono stati individuati finora una decina di palmenti.
I risultati dell’indagine qui esposta, in attesa di avviare uno studio archeologico procedendo allo scavo scientifico dell'area circostante di alcuni di essi, potranno forse costituire la base per una futura ricerca più ampia e dettagliata. La raccolta puntuale dei dati consentirà anche la progettazione di azioni di valorizzazione nell’ottica del recupero del paesaggio rurale al fine di preservarne la diversità bio-culturale.
INDICE
Abstract
Introduzione
Gli impianti di produzione
Bibliografia essenziale di riferimento
ARCIVOS. ANTICHI IMPIANTI DI PRODUZIONE DEL VINO DA NEONELI (OR)
SOS LACOS DE CATZIGARE: I PALMENTI DELLA SARDEGNA CENTRALE
L’Autrice: Cinzia Loi
Dottore in archeologia presso l’Università degli Studi di Sassari (Scuola di dottorato “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo” XXVIII Ciclo) con un progetto di ricerca dal titolo: I pressoi litici fra classificazione tipologica e indagine sperimentale. Ha partecipato a numerose campagne di scavo in Italia e all’estero in collaborazione con Università ed Enti preposti alla tutela del patrimonio culturale. Il suo principale interesse è legato allo studio della cultura materiale e all’etnografia. Dal 2005 si occupa di archeologia sperimentale attraverso progetti di ricerca e di divulgazione. E’autrice di numerose pubblicazioni, alcune delle quali relative alla regione storica del Barigadu (Sardegna centrale) ricca di importanti testimonianze di epoca preistorica e protostorica. Tira con l’arco preistorico ed è presidente dell’associazione Paleoworking Sardegna (www.paleoworkingsargdegna.org).







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