Un caloroso addio alla “bandiera” del vino italiano: Giacomo Tachis

Un caloroso addio alla  “bandiera” del vino italiano: Giacomo Tachis


Caro Giacomo,

quanti anni sono passati dalla nostra conoscenza. Non li ricordo piu’. Tanti, troppi. Il tuo corpo ci ha abbandonato, ma non i tuoi insegnamenti. Sei stato per molti di noi un maestro di vita. Solo oggi hai trovato pace rispetto all’insinuosa  malattia che gradualmente, ma inesauribilmente, ti ha tolto in questi ultimi anni il bene piu prezioso: la creatività.

La voglia di conoscenza, di approfondimento e di cambiamento che i piu’ in questi giorni relegano nell’ambito della scienza e della tecnologia del vino, si nutriva di qualcosa di profondo, ovvero lo spirito modesto della tua indole e la costante ricerca di approfondimento, in tutte le sue sfumature: dalla letteratura, alla storia, alla musica. 

Ogni incontro in quel tuo studio traboccante di libri antichi e documenti, rappresentava un arricchimento interiore per quanti hanno avuto l’occasione d’incontrarti. Non era difficile. Non ti nascondevi a nessuno. Non ti negavi a nessuno. Non albergava in te superbia.

Il tuo studio era un laboratorio di conoscenza per quanti amavano confrontarsi, dialogare o solo consultare uno dei volumi o raccolte di scritti, con i titoli delle tue ricerche o delle relazioni dei seminari  in bella mostra. A lapis in corsivo piccoli e  brevi commenti nella pagina d’introduzione al volume con il numero della pagina di richiamo, per poter con metodo ritrovare l’approfondimento di tuo interesse. Per poi consegnare a chi era in visita un articolo, un trafiletto, un commento che volevi condividere.

Pochi ne scrivono ma in te non si è materializzato l’egoismo umano: la voglia di aiutare i giovani tecnici, la disponibilità nel dare consigli e suggerimenti schietti a giovani professionisti. Molti di noi apprezzandoti da sempre erano e sono consapevoli del contributo che hai dato al vino e alla cultura mediterranea. In questi trenta e più anni di carriera da professionista del vino, a storico del vino, da storico dell’alimentazione a studioso dei grandi saggi, dai greci ai romani, al pensiero di Galileo, hai parlato sempre piu’ non solo di vino ma hai approfondito una cultura umanistica ampia e profonda.

Piemontese di nascita, toscano di adozione ma dal “carattere” meridionale… amavi  le isole, il sole, le terre calde, il mirto, gli aromi delle piante officinali.

Una domanda noi tutti ci siamo posti: senza di te cosa sarebbe stato della nostra viticoltura, delle economie di molte aziende e di vari comprensori che hanno potuto crescere, esportare, assumere. Hai avuto lungimiranza nell’intravedere le trasformazioni dei comportamenti sociali e il modo in cui il vino da alimento si è trasformato negli anni in bevanda di eccellenza gustativa, oltre che benefica in modiche quantità.

Si è  scritto e parlato di te quale creatore di vino che ha favorito il Made in Italy nel mondo, ma il tuo agire non è stato volto alle sole grandi aziende quanto all’attenzione dei piccoli imprenditori desiderosi di un cambiamento nell’offerta produttiva; molti piccoli coltivatori si sono giovati dei tuoi consigli, non solo le grandi imprese delle tue innovative strategie.

Quanti i confronti e le discussioni a tutela dei vitigni autoctoni del nostro paese. La voglia di creare e di migliorare non è mai stato un limite, per te, né tecnico né culturale. Se vi erano le condizioni ponevi l’asticella sempre piu’ in alto. Molte delle tue pubblicazioni sono ancora presenti nelle nostre biblioteche e tra le tante vorrei segnalare uno dei lavori cui tu tenevi particolarmente: il “Libro del Vin Santo” edito dall’Associazione Nazionale Città del Vino. Un vino, quale è il Vin Santo, rimasto importante anche grazie al tuo impegno a studiarne ed a divulgarne le norme tecniche.

E quante volte all’estero sei stato costretto a difendere il vino italiano dagli attacchi di critica pretestuosa e ideologica  alla nostra economia agricola!

Una necessità, quella di tutelare i territori, che hai voluto combattere non da solo ma con le Istituzioni, in primis i Comuni.. i Sindaci che comprendevano la necessità di un forte  rinnovamento  della propria economia viticola.

Quante battaglie.

Quanti incontri e quanto tuo studio.

Molte delle piu’ belle etichette di vino di pregio italiano hanno  direttamente o indirettamente un tuo insegnamento.

Tra i tanti riconoscimenti pubblici e privati presenti nel tuo studio, tra cui spicca la qualifica prestigiosa della Laurea Honoris Causa dell’Università di Pisa, mi preme evidenziare anche un mio personale ricordo:  una rara e originale etichetta di vino prodotto dal poeta Giovanni Pascoli nel suo vigneto.

Buon riposo Giacomo e noi tutti che ti abbiamo apprezzato e conosciuto non possiamo che riflettere su quella umanità diffusa che emanavi.

Giovanni Piscolla