Il Comune di Motta Santa Lucia è entrato nella rete dell'Associazione Nazionae Città del Vino. Nel giorno della Santa Patrona del piccolo paese di poco più di 830 abitanti della Calabria, in provincia di Catanzaro, Paolo Benvenuti (direttore generale del'Associazione) ha consegnato la bandiera delle Città del Vino nelle mani del Sindaco Amedeo Colacino, nel corso di una semplice ma significativa cerimonia che si è tenuta nella sala consiliare, alla presenza di autorità, cittadini e appassionati del settore.
Si è trattato di un momento di sobria celebrazione che ha voluto rappresentare per il Comune calabrese un impegno per il futuro nell’individuare forme di collaborazione tra l’amministrazione, l’Associazione e le aziende del territori sui temi dell’enoturismo, della qualità dell’ospitalità e della valorizzazione delle tipicità e dei piccoli borghi. Temi affrontati nell’arco della serata attraverso i contributi del sindaco e di Paolo Benvenuti e anche di Ernesto Paola, caporedattore del settimanale italo-canadese Grandangolare, dello storico locale Mario Grandinetti, della docente della scuola media Pina Mancuso, dell’agronomo Saveria Sesto e di Paolo Chirillo, titolare dell’azienda "Le Moire", coordinati dal giornalista di Tele Italia Sergio Tursi Prato.
A conclusione dell’incontro il brindisi beneaugurante con i vini Zaleuco, a base di Greco bianco, ed il rosso Annibale da vitigno Magliocco dell’azienda "Le Moire" ha suggellato un patto tra i promotori del nuovo rilancio della viticoltura montana di Motta Santa Lucia.
Motta Santa Lucia, nell'ambito del territorio della Comunità Montana, si colloca tra i paesi che meglio conservano le caratteristiche dell'origine medievale: la scelta dell'area sulla quale è stato costruito il centro abitato risulta chiaramente dettata da considerazioni di ordine strategico; il bisogno di difendersi dalle incursioni dei pirati che, spingendosi all'interno della vallata del Savuto, avevano reso insicuro l'antico centro abitato posto più a valle. In posizione elevata fu costruito il castello feudale, poco distante fu edificata la principale Chiesa della comunità locale; le abitazioni dei mottesi sorgevano poi lungo la via principale del paese che lambisce Piazza Castello.
La struttura originaria del paese si è in gran parte conservata perchè il territorio che rapidamente degrada fino a valle ha fortemente ostacolato lo sviluppo urbanistico. Le abitazioni del Seicento e del Settecento si sono conservate anche perchè Motta, in occasione della sommossa antifrancese che nel 1806 coinvolse tutti i paesi del Reventino, non subì il sacco e l'incendio che, disposti da Napoleone che da Parigi seguiva con una certa preoccupazione gli avvenimenti, toccarono invece a Soveria e a Martirano.
Dopo il ritorno dei Borboni al Regno di Napoli, i cittadini rimasti a Motta proseguirono l'opera di ristrutturazione dei fabbricati conservando, per quanto possibile, le caratteristiche principali delle abitazioni: i portali, i balconi e le logge testimoniano ancora questa cura con la quale i Mottesi hanno sempre cercato di conservare le peculiarietà del proprio centro storico. Danni irreparabili sono stati arrecati invece dal terremoto del 1905 alla Chiesa Matrice ed al Castello: al loro posto sono sorti l'asilo comunale, l'edificio scolastico ed il Municipio. Qui si coltivano Magliocco, Sangiovese, Greco nero, Arvino, Mantinico e Greco bianco. I Vigneti sono tipici della viticotura "eroica" posti a circa 400 metri sul livelo del mare. Una produzione limitata ma di alta qualità.