Ricordo di Leonardo Benevolo, architetto

Ricordo di Leonardo Benevolo, architetto


Giovedì scorso, 5 gennaio, è morto l'architetto Leonardo Benevolo, Premio Città del Vino 1996. Benevolo fu premiato con qesta motivazione: "A Leonardo Benevolo, architetto e storico dell'architettura, una delle più alte voci scientifiche che ha posto con urgenza, con determinazione e quasi con sana provocazione il tema della gestione del territorio e del ecupero della bellezza del paesaggio: paesaggio urbano e paesaggio rurale, caratteri fondamentali della grande civiltà europea e mediterranea, ingiustamente colpiti dagli effetti dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione. Per la sua convinta e ripetuta richiesta di nuove regole nel campo della pianificazione territoriale in Italia".

I premi furono consegnati nell'ottobre del 1996 a Suvereto, ma a Benevolo, che non poteva essere presente nell'occasione, fu consegnato direttamente a casa sua a Cellatica (BS) da Paolo Benvenuti ed Adelio Zanelli, membro del Consiglio Nazionale. Per Città del Vino ha scritto una postfazione, dal titolo "Il paesaggio del vino", alla prima pubblicazione che presentò i contenuti del Piano Regolatore delle Città del Vino, un testo che resta ancora oggi, nella sua semplicità e coerenza, un documento di inestimabile valore.

L'architetto Piercarlo Tesi, che del Piano Regolatore delle Città del Vino è stato tra gli ispiratori fin dall'inizio, ricorda per noi la figura di Leonardo Benevolo.


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In morte di un Maestro
di Pier Carlo Tesi, architetto

Chi è un maestro? Qualcuno che conosce bene una materia. No, non solo. Maestro è chi conosce tanto a fondo la propria materia da saperla comunicare. Chi ama la propria materia tanto da farla amare.
Leonardo Benevolo era un maestro, che ha parlato con la sua opera e con i suoi saggi, così preziosi per formare architetti, per riflettere sul senso dell’architettura, sulla sua missione sociale. Un maestro che ha insegnato anche con il suo stile di grande lucidità e chiarezza, ma schivo e discreto.
Leonardo Benevolo era un maestro. Il mio primo maestro. È la lettura di un suo saggio del 1966 che ha deciso la mia vita: se questa è l’architettura, voglio essere architetto.
Le Città del Vino mi hanno stimolato a riflettere a fondo su cosa dev’essere la pianificazione dove la campagna è importante almeno quanto la città. Leonardo Benevolo ha avuto la bontà d’occuparsi anche di questo impegno, scrivendo nel 1996 la postfazione ad una delle prime formulazioni del metodo per redigere gli strumenti urbanistici dal punto di vista del vigneto, della campagna, dell’ecologia: il Piano regolatore delle Città del Vino.
Il professor Benevolo usò due avverbi per definire quel che avevo scritto: brevemente ed esattamente. Se il secondo è stato il più ambito riconoscimento per il mio lavoro, il primo fu subito ed è rimasto tuttora per me quasi un garbato rimprovero. O forse un incoraggiamento: a fare di più, a fare meglio, ad andare più a fondo. Una recensione-revisione, insomma. Col tempo, il metodo si è arricchito di riflessioni: sul paesaggio, sull’energia, sui cambiamenti climatici. Forse è tempo che tutto questo trovi una sistemazione organica, come quel “brevemente” esortava.

Grazie, professor Benevolo, grazie Maestro.