L'Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Calangianus (OT). Il suo nome deriva da Calangiani, che è stato identificato in un oppidum romano associato alla cittadina. L'oppidum Calangiani è, secondo altri studi, identificato in Calonianus. Il toponimo deriverebbe in tal caso dalla divinità Giano.
La sua posizione su un'altura dovette essere ideale per l'insediamento preistorico e protostorico: un elenco ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione registra 11 nuraghi e 2 tombe di giganti in agro di Calangianus. Le tombe dei Giganti, di cui una perfettamente conservata, si trovano l'una presso il rio Santu Paulu, l'altra presso Pascaredda. La presenza dell'uomo nuragico risale al 2000 a.C. e in epoca preistorica, in base ai numerosi ritrovamenti, risulta abitato già nell'età del rame. Dopo la conquista della Sardegna da parte dei romani (238 a.C.), è identificato qua l'oppidum di Calangiani nella curatoria di Geminis, nella Diocesi di Civita (Olbia), sull'itinerario sulle strade per Olbia (via Tertium, l'odierna Telti) e Tibula (l'odierna Castelsardo), da dove proseguiva per Turris Libisonis (oggi Porto Torres). Nelle vicinanze situava il centro di Gemellae (probabilmente l'odierna Tempio Pausania). Diversi sono i resti romani rinvenuti a Calangianus, che confermano l'esistenza della cittadina già in quel periodo. Abbiamo riferimenti a Calangianus nel Basso Medioevo, provenienti dagli archivi vaticani: risale al 1162 una bolla di papa Alessandro III che affida alle cure del clero di San Lorenzo di Genova la «Capella Sancti Jacobi del Calegnano». Si colloca in questo periodo la fuga, verso Calangianus, del nucleo abitato presso San Giovanni sul Liscia. Su questa antichissima tradizione i calangianesi considerano loro quella lontana chiesetta campestre (a 25 km da Calangianus), dove festeggiano san Giovanni Battista, il 24 giugno di ogni anno. Nel 1300 compare per la prima volta il nome di Villa Calanjanus, facente parte della curatoria di Gemini Josso del Giudicato di Gallura, la quale non contava più di 60 abitanti. Le carestie e le pestilenze che flagellarono tutta la Gallura non risparmiarono Calangianus che tuttavia, a differenza di altri centri, non venne abbandonato completamente e lentamente. Dal ‘600 in poi la cittadina ebbe un rilevante sviluppo demografico, diventando il secondo centro della Gallura per importanza nel 1400, per quanto potesse allora essere il centro più povero e più trascurato dell'intera curatoria. Un consistente flusso migratorio di genti calangianesi e tempiesi avvenne tuttavia nella seconda metà del XVII secolo, a favore della Villa di Terranova (l'attuale Olbia). Infatti, siccome l'attività principale dell'entroterra era la pastorizia, il commercio per mezzo dell'attività portuale in via di sviluppo affascinava molti. Si deve proprio a questo fenomeno migratorio la diffusione della parlata gallurese nella parte orientale della Gallura e la ricrescita del centro di Olbia. Le attività della Villa di Calangianus rimasero l'agricoltura e la pastorizia, in quella che è una realtà completamente diversa da quella del resto del Giudicato di Gallura. Calangianus otterrà l'autonomia nel 1771, assieme a Tempio, Terranova, Luras, Aggius, Bortigiadas e Nuchis. In contemporanea, Calangianus entrerà a far parte della X Divisione di Sassari durante il Regno di Sardegna e sarà centro amministrativo di mandamento nella provincia di Tempio, amministrando i comuni vicini di Luras e Nuchis. I segni del futuro prospero di Calangianus si intravedono negli anni a cavallo tra l'800 e il ‘900, tra l'unità d'Italia, la belle époque e la prima guerra mondiale, periodo nel quale la popolazione, stabilizzata sui 2 000 abitanti, tende a incrementare un'intensa attività mercantile. Superata la crisi degli anni Trenta e la seconda guerra mondiale, conosce un importante sviluppo economico e demografico. Nel 1977 avrà luogo qui la prima Fiera Internazionale del Sughero e nel 1979 Calangianus otterrà la classificazione come uno dei cento comuni più industrializzati d'Italia.
Il Paese sorge su una conca elevata 518 mt s.l.m. inclinata verso ovest, alle falde del monte Limbara, estesa tra quattro monti: Lu Casteddu, Casiddu, Gaspareddu e Lu Colbu. Il territorio comunale si estende in oltre 13000 ettari, che inglobano dal nord parte del Lago Liscia e parte della strada provinciale 38 sulla quale si trova il territorio di San Leonardo (area rilevante per chirotterofauna). Degradando verso i massicci granitici di Muddetru e Laicheddu, l'agro calangianese arriva verso est fino alla valle Valentino e al monte La Eltica e verso ovest fino alle montagne di Monti Biancu, Monti di Deu e Punta Bandiera (punto più elevato del territorio comunale, a 1336 metri s.l.m.), includendo il versante orientale del monte Limbara. A nordest di Monti di Deu la parte meridionale del centro abitato si chiude in parte settentrionale con l'area industriale che confluisce fino a Nuchis.
Da non perdere: il sito archeologico “Tombe dei Giganti Pascareddha”, l'Oratorio di Nostra Signora del Rosario, la Chiesa parrocchiale di Santa Giusta, le chiese di Santa Croce, Santa Maria degli Angeli, Sant'Anna, Santa Caterina, San Leonardo e San Sebastiano, il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, il Convento dei Frati Cappuccini, il Museo del Sughero, Palazzo Corda, Palazzo Nicolò Ferracciu, Lu Pultoni di li Frati, l’area archeologica di Monti di Deu, Conca Fraicata, il Parco Regionale del Limbara, l’Altipiano di Li Conchi, il Parco della Vergine delle Grazie.
Molte le occasioni per una visita:
· la chiesa di Santa Giusta è stata consacrata al culto cattolico e dedicata alla martire di Cagliari il 19 settembre 1738, la cui ricorrenza è il 14 maggio
· in aprile si svolge la festa di Santa Caterina nell'omonima chiesa
· nel santuario della Vergine delle Grazie si festeggiano le ricorrenze alla Madonna delle Grazie (terza domenica di aprile), Santa Lucia (seconda domenica di maggio) e San Paolo Eremita (la prima domenica di settembre)
· la prima domenica di giugno si festeggiala ricorrenza di San Leonardo Confessore nel santuario ad esso intitolato
· il 24 giugno si svolge la Festa di San Giovanni Battista
· il primo sabato del mese di luglio ricorre La Festa della Paranza
· il 26 luglio si festeggia la ricorrenza alla compatrona Sant'Anna, nella chiesa ad essa dedicata, edificata nel centro storico di Calangianus nel 1665
· l’ultimo sabato del mese di luglio ricorre La sagra del Bovino Gallurese
· a partire dalla terza domenica di settembre si festeggiano per tre giorni le ricorrenze popolari dei santi Isidoro, Lorenzo (i quali affondano le loro radici in età spagnola) e Francesco (prima ricorrenza nel 1930)
Calangianus è noto per l'arte tradizionale della lavorazione del sughero, caricandosi la definizione di "capitale del sughero". Circondato da numerosi vigneti, ha una consistente vocazione vitivinicola e sono presenti cinque aziende visitabili, oltre a diverse strutture ricettive, di ristorazione e agriturismi. Tra i prodotti tipici, oltre ai vini della DOCG Vermentino di Gallura e delle IGT Colli del Limbara e Isola dei Nuraghi, ricordiamo formaggi, torrone, dolci e pani tipici della tradizione locale.