Il Comitato tecnico scientifico V.In.Te.S. col suo responsabile Paolo Storchi, i ricercatori del Centro Ricerca Viticoltura ed Enologia di Arezzo, Ettore Varricchio e i ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università degli Studi del Sannio e Valentino Salvatore di Agrodigit, startup e soggetto capofila, hanno valutato l’andamento complessivo del progetto V.In.Te.S., effettuati i rilievi di tipo fitopatologico e fenologico e messo a punto la strategia di intervento di difesa sulla base dei modelli previsionali.
«Questo incontro è molto importante e cade in un periodo in cui la vite è in stato fenologico particolarmente sensibile» – spiega Mauro D’Arcangelo fitopatologo e tecnologo del CREA di Arezzo – «scopo dei rilievi è di verificare se esistono le sintomatologie riconducibili ai tre funghi più dannosi per la vite: la peronospora, oidio e la botrite».
Accanto ai rilievi in campo sono state accuratamente studiate le informazioni e i dati che il sistema di supporto alle decisioni (DSS) elabora sulla base dei modelli previsionali al fine di razionalizzare gli interventi e i trattamenti fitosanitari.
Ciascuna delle aziende partner del progetto V.In.Te.S.- Il Poggio Vini, Cantina Morone e Azienda Agricola Torre dei Chiusi – ha in campo una stazione agrometeorologica che rileva dati di piovosità, temperatura, umidità relativa dell’aria e bagnatura fogliare. Il DSS registra costantemente e interpreta automaticamente questi dati e, per mezzo di modelli previsionali, suggerisce quando intervenire con i trattamenti fitosanitari.
«I DSS sono ormai abitualmente utilizzati in agricoltura e particolarmente in viticoltura» – spiega Rita Perria, ricercatrice del CREA di Arezzo – «per prendere delle decisioni a lungo o medio termine in un contesto che presenta vari tipi di problemi e in cui trovare delle soluzioni non sempre è semplice e lineare. I DSS si basano su modelli matematici e aiutano il viticoltore e l’agricoltore a prendere decisioni ma non si sostituiscono all’uomo e alle sue competenze e conoscenze sul campo».
La lettura di queste informazioni assieme a quanto conosciamo sullo sviluppo dei patogeni attraverso la letteratura scientifica, consentono di intervenire con una difesa non più calendarizzata bensì variabile in base all’andamento dell’infezione e paragonata allo stato di protezione del vigneto.
Il progetto V.In.Te.S. ha già dimostrato nel corso delle attività degli anni 2020/2021 che l’utilizzo corretto di questi strumenti permette di ottenere una drastica riduzione dei trattamenti fitosanitari annuali con un evidente miglioramento della sostenibilità complessiva, non soltanto economica ma anche sociale e ambientale e di aumentare il livello qualitativo dei vini prodotti in un territorio già ad alta vocazione e dal notevole potenziale.
nella foto: D'Arcangelo e Perria, ricercatori del CREA di Arezzo durante i rilievi in campo
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