Diamo il benvenuto ad Ardauli

Diamo il benvenuto ad Ardauli


L'Associazione dà il benvenuto al Comune di Ardauli (OR), nella regione storica del Barigadu, nel territorio di Ardauli, Sardegna centrale. Il suo nome deriva dalla parola Ardia, che significa Guardia.

Le numerose domus de janas e alcuni nuraghi indicano la presenza di attività umana nel territorio sin dal Neolitico. Nel medioevo appartiene al Giudicato di Arborea facendo parte della curatoria di Parte Barigadu. Nel 1388 i rappresentanti della popolazione sottoscrivono l’atto di pace tra Eleonora d'Arborea e gli Aragonesi. Nel 1420, alla caduta del Giudicato, fa parte del Marchesato di Oristano per passare poi sotto la corona aragonese, insieme alla vicina Neoneli. Inizialmente è un feudo regio, amministrato da funzionari reali e non da famiglie di feudatari. Nel 1655 ad Ardauli nasce Fra Tommaso d'Ardauli, francescano dell'ordine dei Cappuccini, uno dei più eloquenti oratori sacri della sua epoca, nonché provinciale dei Cappuccini, esaminatore sinodale e qualificatore del tribunale dell'Inquisizione. Nel 1774, in epoca sabauda, viene incorporato nel Marchesato di Neoneli, concesso in feudo a Pietro Ripoll. Il feudo rimane ai Ripoll fino al 1837, quando passa ai Sanjust, per il matrimonio di Maria Angela Ripoll e Carlo Enrico Sanjust, barone di Teulada. Viene riscattato ai Sanjust nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, quando divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. Del comune di Ardauli nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano.

Il territorio comunale, comprendente parte dell'area speciale del Lago Omodeo, offre un panorama di indiscutibile fascino che insieme al suo ricco patrimonio storico e culturale meritano una visita. Da non perdere il sito archeologico “Muruddu” con la presenza di “Domus de Janas” (“Casa delle Fate”), i siti nuragici presenti nell’agro (Mandras), il Museo Etnografico “Le Cose della Vita”, il frantoio oleario, la Parrocchia della Beata Vergine del Buon Cammino e la chiesa Santissimi Cosma e Damiano nel centro storico, le Chiese campestri Santi Quirico e Giulitta e Sant’Antonio. Immerso nella macchia mediterranea fitta di querce da sughero, lecci, cisti e lentischi, il paese è circondato da numerosi vigneti e oliveti a testimonianza di terreni particolarmente fertili e della sua vocazione vitivinicola e olearia. Vi si trovano infatti tracce di attività agricole svolte in passato, come gli antichi mulini ad acqua, macine in pietra, spiazzi adibiti a lavorazione del grano, palmenti (i vasconi per la pigiatura dell'uva), portali aragonesi e ‘’pinnettos’’.

Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Ardauli, e contribuiscono a richiamare visitatori dai dintorni si segnalano il 17 gennaio, la Festa di Sant'Antonio Abate, nella chiesa campestre a lui dedicata, con l'accensione di un falò e l’offerta da parte degli organizzatori di dolci tipici e vino. Il giorno prima della festa del santo, nel pomeriggio, i bambini escono con dei sacchetti e bussando nelle case chiedono Su Panizzeddu, dolce composto da frutta secca; tra febbraio e marzo, i festeggiamenti del Carnevale, che viene chiamato Su Carrasegare Antigu de Ardaule; le cerimonie legate ai riti della Settimana Santa che culminano con il rito de S'Incontru; la terza domenica di maggio, la Festa della Madonna del Carmine ed il lunedì successivo la Festa di San Isidoro. In onore dei santi si organizza una processione accompagnata da cavalieri, carri trainati da buoi e trattori addobbati con sas tracas. Alla fine della celebrazione religiosa viene effettuata sa dita de sa cressia e su trigu in offerta al santo. Il 23 giugno, la Festa di San Giovanni Battista con l'accensione di un falò in ogni famiglia o in ogni rione; San Quirico e Santa Giulitta festeggiati nel novenario che dista circa 4 km dal paese. La tradizione vuole che i santi vengano portati a piedi dalla parrocchia sino al novenario in su cammineddu Sardu, una strada di campagna che arriva sino al novenario e riportati in paese alla fine delle cerimonie. Per l'intera durata della festa molta gente del paese dimorava nei "muristenes" (piccole case vicino alla chiesa), dove la sera ancora oggi si organizzano balli e canti. Di grande importanza è sa notte e sa chena (la notte della cena), il 19 agosto, dove le famiglie o gruppi di amici si riuniscono per mangiare insieme. Mentre la sera del 24, chiamata in sardo sa notte de s'izzadorzu (poiché si rimaneva svegli per vegliare i santi che sarebbero dovuti rientrare in paese il giorno seguente), viene organizzata una rassegna culinaria di prodotti tipici del posto: culurzones (ravioli con ripieno di patate e nebidedda) e s'ortau (un preparato di carne di maiale, formaggio e varie spezie bollito e poi arrostito); il secondo lunedì di settembre, si celebra la Festa in onore dei Santi Cosma e Damiano nella chiesa a loro dedicata all’interno del paese, I santi vengono ricoperti da nastrini colorati che vengono benedetti e offerti ai fedeli; la terza domenica di ottobre, la Festa patronale in onore della Beata Vergine del Buon Cammino; il 2 novembre, Sa die de sos mortos ossia il giorno dei morti, è tradizione andare in giro per il paese e chiedere Sa coccoi, che è il pane lavorato. Altre manifestazioni che nel corso degli anni sono diventate importanti sono “Declinazioni d’Autunno” che si svolge il giorno del Santo Patrono per promuovere il settore enogastronomico, e “I mercatini di Natale” con la promozione delle attività produttive riguardanti non solo il settore enogastronomico, ma anche l’artigianato locale.