Comune di Nemi

  • Telefono: 069365011
  • Fax: 069368071
  • Sitoweb: Nemi
  • Socio dall'anno: 2015
  • Sede Amministrativa
    Piazza del Municipio, 9 74 Nemi (Roma)

Origine del nome

Nemi prende il nome dal Nemus Dianae, bosco sacro dedicato alla dea Diana; l'edificio di età romana a lei dedicato, il tempio di Diana, sorgeva originariamente sulle rive del lago ma ora ne è relativamente distante per la diminuita capienza del bacino. L'emissario, anch'esso di epoca romana, nel suo tratto sotterraneo è lungo 1.650 metri, passa sotto Genzano attraversando il recinto craterico del Vulcano Laziale e si riversa incanalato nella Valle Ariccia. L'importanza storica di questo luogo è confermata dalla ricchezza archeologica.

Il Territorio

  • Num. Abitanti: 1920
  • Altitudine: 521
  • Superficie: 7,33 km²
  • Santo Patrono: SS. Filippo e Giacomo - 3 maggio
  • Codice ISTAT: 058070
  • Codice Catastale: F865
  • Prefisso: 06
  • PEC: segreterianemi@pec.provincia.roma.it
  • Zona Sismica: 2b
  • Zona Climatica: E
  • Gradi Giorno: 2.161
  • Densita: 262,11 ab./km²
  • Dati forniti da Tuttitalia.it

Amministratore

Nome
Alberto Bertucci


Storia

Il paese cominciò ad esistere solo quando fu edificato il castello, nel secolo IX. I potenti conti di Tuscolo si impadronirono della comunità agricola del lago, la cosidetta Massa Nemus, che produceva vino e frutta in grande abbondanza.
I nuovi padroni cominciarono a fortificare la zona più elevata che dominava tutto il lago ed era attaccabile da tre lati, dando origine a quello che, nei testi dell' epoca, viene definito Castrum Nemoris.
La popolazione di contadini e pescatori, che viveva sparsa nella valle, trovò più sicuro avvicinarsi al fortilizio e così costruì la parte più antica di Nemi, oggi detta Pullarella, e che era un poco più estesa del quartiere tuttora esistente. Un settore, infatti, fu demolito all' inizio del '900 per far posto a un giardino, in parte pensile, voluto dal Principe don Enrico Ruspoli.
Verso la metà dell' XI secolo, decaduti i conti di Tuscolo, il Papa concesse il feudo di Nemi ai Monaci Cistercensi: furono loro a far costruire la torre del Palazzo e il primo complesso monastico.
Il feudo dei monaci durò fino al XIII secolo quando divenne feudo dei Colonna; poi, Nemi passò per donazioni, acquisti, matrimoni ed eredità, da una all'altra famiglia del patriziato romano: Annibaldi, Cesarini, Piccolomini, Cenci, Frangipane, Braschi, Rospigliosi, Orsini, Ruspoli (fra i tanti signori che possedettero il palazzo ci fu anche Roderigo, figlio di Lucrezia Borgia).
Con i Frangipane, la cui signoria va dalla metà del '500 alla metà del '700, Nemi cominciò a prendere l'aspetto attuale espandendosi verso il monte: si costruì l' attuale parrocchia di S. Maria del Pozzo, il quartiere intorno ad essa, e il convento dei Francescani (ora dei Mercedari) con l'annesso Santuario del SS. Crocifisso.
Contemporaneamente, si ampliava anche il Palazzo (l'imponente "alla Frangipane" che si estende fra la Braccarìa e il Belvedere Dante Alighieri). Sotto i Braschi, fu ulteriormente ampliato dal famoso architetto Valadier (quello del Pincio) con l' ala che dà sul Belvedere in piazza Umberto I e abbellito con affreschi di Liborio Coccetti (seconda metà del '700).
Lontano dal flusso viario dell'Appia, Nemi rimase uno dei più appartati fra i Castelli Romani e, per questo, la struttura seicentesca del centro storico è rimasta praticamente immutata. Divenne improvvisamente famoso in tutto il mondo col ripescaggio delle navi romane, anche grazie alla costruzione della panoramica via dei Laghi. Oggi è una delle mete preferite dai romani per gite e villeggiatura.

Feste

  • Festa patronale dei santi apostoli Filippo e Giacomo, il primo maggio. Si celebra con una solenne processione nella quale viene trasportato, oltre la reliquia dei santi, lo stendardo dei santi patroni.
  • Sagra delle Fragole. Le prime notizie sulla sagra documentate negli archivi comunali di Nemi la datano dal 1922. La fragola, nelle sue due varietà ("di stagione" e "rifiorenti"), è un prodotto caratteristico di Nemi da secoli: le fragole nemorensi furono cantate e rese celebri dalla famosa canzone in dialetto romanesco "Na gita a li Castelli" di Franco Silvestri (1926), e portata al successo da Ettore Petrolini. Da alcuni anni accanto alla sagra delle fragole si tiene la Mostra dei Fiori, al termine della quale il fioraio vincitore riceve la Fragola d'Oro, ovvero una fragola ricoperta d'oro.

Informazioni Turistiche

Il lago di Nemi è un piccolo specchio d'acqua incassato nel cratere d'un antico vulcano, le cui pendici sono folte di boschi. Sulla sommità del cratere sorgono i centri di Genzano di Roma e, di fronte, quello di Nemi. Si tratta di un lago vulcanico dalle caratteristiche simili a quelle del lago Albano rispetto al quale è notevolmente più piccolo. Dal punto di vista geologico, fa parte della zona detta complesso vulcanico dei Colli Albani. Secondo il rapporto di Goletta dei Laghi del 2009, il lago risulta balneabile per la sua interezza ad eccezione della zona antistante il Museo delle Navi
Il lago era un apprezzato luogo di divertimenti e villeggiatura degli antichi romani. Tra l'altro, nelle vicinanze, erano situati un bosco e un luogo di culto dedicati alla dea Diana. "Nemi", infatti, prende il nome dal Nemus Dianae, bosco sacro dedicato alla dea; l'edificio di età romana a lei dedicato, il tempio di Diana, sorgeva originariamente sulle rive del lago ma ora ne è relativamente distante per la diminuita capienza del bacino. L'emissario, anch'esso di epoca romana, nel suo tratto sotterraneo è lungo 1650 metri, passa sotto Genzano attraversando il recinto craterico del Vulcano Laziale e si riversa incanalato nella Valle Ariccia. L'importanza storica di questo luogo è confermata dalla ricchezza archeologica.
La leggenda
Sin dall'antichità, il lago di Nemi fu oggetto di una leggenda riguardante due navi favolose di dimensioni gigantesche, costruite in epoca romana, ricche di sfarzo e forse contenenti dei tesori, che sarebbero state sepolte sul fondo del lago per ragioni misteriose. Tale leggenda prese a circolare probabilmente sin dal I secolo d.C., e poi per tutto il Medioevo, accreditata ogni tanto dal ritrovamento occasionale di strani reperti da parte dei pescatori del lago. Queste voci avevano in effetti un fondamento di verità: le due navi, lunghe 70 metri e larghe più di 25, erano state fatte costruire dall'imperatore Caligola, in onore della dea egizia Iside e della dea locale Diana protettrice della caccia. Frutto di un'ingegneria avanzata e splendidamente decorate, Caligola le utilizzava come palazzi galleggianti in cui abitare o sostare sul lago, o con cui simulare battaglie navali. Ma in seguito alla sua morte avvenuta nel 41 d.C., il Senato di Roma (di cui l'imperatore era stato acerrimo avversario politico) per cancellarne il ricordo fece distruggere tutte le opere di Caligola, tra cui anche le navi di Nemi che furono affondate sul fondo del lago. Da allora la storia delle navi, unita al ricordo della loro magnificenza, fece presto a diventare leggenda.

Il MUSEO DELLE NAVI ROMANE è posto sulla riva del lago di Nemi: costruito negli anni Trenta per proteggere i preziosi scafi appena estratti dalle acque, è una costruzione particolare perché offre un rarissimo esempio di struttura concepita appositamente in funzione del contenuto e condizionata da quest’ultimo nelle soluzioni architettoniche: in effetti il museo è un doppio hangar di calcestruzzo delle dimensioni esatte per le due navi, che erano lunghe poco meno di 80 metri. Il progetto fu realizzato gratuitamente dall’architetto Vittorio Ballio Morpurgo, che lo volle con grandi superfici vetrate e realizzò al di sopra del tetto una terrazza praticabile da cui si gode un panorama inedito del lago, proprio sulla sponda ma in posizione elevata. Il museo fu inaugurato il 21 aprile del 1940. Dopo il malaugurato incendio delle navi avvenuto nel 1944 rimase chiuso a lungo.È stato in seguito ristrutturato ed ospita un tratto dell’antica via Sacra, i modelli in scala 1:5 delle navi realizzati nei cantieri navali di Castellammare di Stabia tra il 1950 e il 1952 sulla base dei molti disegni tecnici eseguiti dagli ingegneri della Marina all’epoca del recupero, pannelli illustrativi, il materiale scampato all’incendio, reperti del tempio di Diana e, davanti all’entrata, il profilo di una delle navi, ricostruita dai maestri d’ascia dei cantieri navali di Torre del Greco. L'iniziativa è stata voluta da un'associazione di privati, la "Dianae Lacus", che ha varato il progetto di ricostruire interamente la nave.

Denominazioni collegate

Roma

Roma

Regione di riferimento: Lazio
Enoregione: CASTELLI ROMANI, COSTA TIRRENICA DEL BASSO LAZIO, ETRURIA VITERBESE, TERRE DEL CESANESE E CIOCIARIA, TEVERE SETTENTRIONALE
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Roma Capitale, Comune di Olevano Romano, Comune di Nemi, Comune di Monte Porzio Catone, Comune di Marino, Comune di Lariano , Comune di Zagarolo, Comune di Lanuvio, Comune di Genzano di Roma, Comune di Genazzano, Comune di Frascati, Comune di Colonna, Comune di Ariccia

Enti Interessati
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Doc roma

Lazio

Lazio

Regione di riferimento: Lazio
Enoregione: ALTO FRUSINATE, CASTELLI ROMANI, COSTA TIRRENICA DEL BASSO LAZIO, ETRURIA VITERBESE, TERRE DEL CESANESE E CIOCIARIA, TEVERE SETTENTRIONALE
Tipo denominazione : IGT
Enti Collegati
Comune di Serrone, Comune di Roma Capitale, Comune di Piglio, Comune di Olevano Romano, Comune di Nemi, Comune di Monte Porzio Catone, Comune di Marino, Comune di Lariano , Comune di Lanuvio, Comune di Genzano di Roma, Comune di Genazzano, Comune di Zagarolo, Comune di Frascati, Comune di Colonna, Comune di Castiglione in Teverina, Comune di Atina, Comune di Ariccia , Comune di Anagni

Enti Interessati
mostra/nascondi

Lazio

Castelli Romani

Castelli Romani

Regione di riferimento: Lazio
Enoregione: CASTELLI ROMANI
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Roma Capitale, Comune di Nemi, Comune di Monte Porzio Catone, Comune di Marino, Comune di Lariano , Comune di Lanuvio, Comune di Zagarolo, Comune di Genzano di Roma, Comune di Frascati, Comune di Colonna, Comune di Ariccia

Enti Interessati
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Doc castelli romani

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