Rompere le regole per rinnovarsi e vivere meglio

Rompere le regole non come atto “antipolitico” di sfiducia verso la democrazia rappresentativa e i suoi valori ma come impegno creativo per affrontare le nuove sfide, per esplorare incroci e ibridazioni culturali, per rallentare (l’inquinamento, l’alienazione, il surriscaldamento) o anche fare di più con meno.
Oggi possiamo applicare il tema della rottura creativa delle regole ai processi di cambiamento e di movimento che anche città e paesaggi devono mettere in pratica per adattarsi alle mutazioni delle comunità e dei mercati, ai progressi delle conoscenze scientifiche, alla necessità di evolversi attraverso la riqualificazione dei tessuti esistenti, la razionalizzazione delle funzioni, il risparmio energetico e il miglioramento dei servizi collettivi.

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