Risolvere il conflitto tra usi agricoli e usi energetici del suolo agrario. Un nuovo compito per il Piano Regolatore delle Città del Vino
Fonte: Pier Carlo Tesi

L’Associazione nazionale delle Città del Vino aggiorna il Piano Regolatore delle Città del Vino a mano a mano che nuovi problemi s’impongono all’attenzione degli amministratori locali e dei pianificatori. In questo momento si deve constatare che un’azione in sé positiva, come produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, in alcuni casi ha prodotto effetti negativi sui paesaggi agrari.
Cresce, ad esempio, l’interesse per il solare fotovoltaico, stimolato da incentivi pubblici. La tecnologia cerca di soddisfare la domanda in rapida espansione. Allo stato attuale, produrre energia fotovoltaica richiede non meno di 7÷7,5 mq di pannelli al silicio per kWp1, il che significa che, se il fabbisogno familiare può essere soddisfatto con una falda di tetto, fabbisogni aziendali, ma soprattutto le istallazioni delle aziende che producono e vendono energia richiedono vaste superfici, reperibili solo in campagna.
Gli agricoltori possono essere tentati di cedere o affittare superfici agrarie per usi energetici, a fronte di una rendita certa e scevra dai costi e dalle incognite insite nella coltivazione. A ciò si aggiunge la caduta dei prezzi alla produzione di molte derrate. La reale convenienza nel tempo, anche per il proprietario, è tutta da dimostrare, a fronte dei costi per ripristinare i siti, finora mai affrontati.
Vaste distese di pannelli fotovoltaici hanno deturpato diversi paesaggi rurali, tra cui anche comprensori vitivinicoli di qualità. I pannelli oggi disponibili, infatti, producono effetti visibili non sempre e ovunque accettabili. Si rischia il paradosso che esigenze ambientali ed esigenze
paesaggistiche entrino in contraddizione.

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