Comune di Barengo

  • Telefono: 0321 997134
  • Fax: 0321 997375
  • Sitoweb: Barengo
  • Socio dall'anno: 2021
  • Sede Amministrativa
    Via Vittorio Emanuele, n.39 28010 Barengo (Novara)

Origine del nome

Il nome, di origine longobarda, significa probabilmente "villa" o "vicus" del Barone. L'ipotesi è sorretta dal fatto che, fra gli attuali centri di Barengo e Vaprio d'Agogna, sorgeva un villaggio, ancora documentato negli anni in cui il vescovo Amidano resse la diocesi novarese (1343-1355), detto "guado del Barone", con la rettoria di Santa Maria.

Il Territorio

  • Num. Abitanti: 758
  • Superficie: 19,49 km²
  • Santo Patrono: Santa Maria Assunta - 15 agosto
  • Codice ISTAT: 003012
  • Codice Catastale: A653
  • Prefisso: 0321
  • PEC: protocollo@pec.comune.barengo.no.it
  • Densita: 38,89 ab./km²
  • Dati forniti da Tuttitalia.it

Amministratore

Nome
Fabio Maggeni


Storia

Seguendo quanto scrivono gli storici la storia più antica del paese si sovrappone a quella del suo Castello, struttura simbolo della famiglia feudataria dei Tornielli. Per il periodo più lontano si segnalano i diplomi di Ottone I che indicano come il borgo fosse sottoposto al dominio di Ingone di Bercledo e di Ribaldo di Suno. Successivamente Enrico I confiscò le terre delle due famiglie e le donò al vescovo di Novara e ai canonici della Cattedrale che le affittarono ad alcune importanti famiglie novaresi: i Brusati, i Boniperti, i Tettoni. Fu solo con l'atto datato 1 agosto 1201 che i Cattaneo da Momo vennero creati signori di Barengo, ma la loro signoria fu di breve durata perché il centro fu presto incorporato nel "contado" e sottoposto al Comune di Novara, del quale seguì le vicende. Nel 1449 venne investito del feudo Giovanni Zanardo Tornielli. Fu questa famiglia che dominò il borgo fino al 1731. Questi secoli videro i natali del Beato Pagano Tornielli e del Beato Francesco Tornielli che nel 1519, a 29 anni, divenne frate francescano dell'Ordine dei Minori Riformati e che morì in concetto di santità nel 1589 a Treviglio. L'evento da segnalare per il paese fu la vendita effettuata da parte del conte Giuseppe Tornielli di Gerbeviller del feudo al Comune, certificata dall'atto notarile rogato il 12 marzo 1731. La vendita seguì quella del feudo di Solarolo, ceduto per lire 60.000 imperiali da Giovanni battista Tornielli a Giovanni Castellani con atto datato 8 giugno 1686. Le profonde trasformazioni che si susseguirono incessantemente durante questi due secoli sul piano sociale, economico, politico e territoriale interessarono, senza comunque dar luogo a notevoli episodi caratterizzanti di modernizzazione, anche questo piccolo abitato. Pur trattandosi di un arco temporale piuttosto breve, con le travagliate e dolorose parentesi dei conflitti mondiali e l'incendio doloso che nel 1922 distrusse la sede del municipio, sono andate perdute per sempre tutte le sue più importanti fonti documentarie. Il 23 luglio 1922 una squadra di 18 fascisti su due camion parte da Novara con l'ordine di recarsi a Barengo per distruggere il Circolo operaio e la Cooperativa di consumo. Verso le 13,30 i fascisti entrano in paese, provenienti dalla strada di Momo, e si dirigono verso il Circolo socialista operaio agricolo a quell'ora gremito di lavoratori che si danno alla fuga saltando il muro di cinta del cortile interno. Proprio mentre tenta di scavalcare il muro di cinta, l'assessore comunale Antonio Bensi di 32 anni é raggiunto da un colpo di rivoltella alla coscia destra che gli lede l'arteria femorale e ne causa la morte per emorragia. Le cronache (Ordine Nuovo, Gazzetta di Novara, Il Lavoratore) danno altre due differenti versioni dell'omicidio del Bensi: secondo alcuni é colpito mentre si trova nel suo ufficio in Municipio. Entrambe queste due ipotesi sono però in contrasto con le testimonianze dei presenti e pertanto da scartare. Oltre a danneggiare gravemente i locali del Circolo, con il vino nero allagano la cantina, i fascisti si impadroniscono anche di due damigiane di vino moscato, di due casse di birra Poretti, di una cassa di sapone, dei borsellini contenuti nelle giubbe dei lavoratori fuggiti, di due bandiere, di 350 lire (circa 535.000 lire attuali) che erano la paga della monda della fattorina e di 2.009 lire (307.0000 attuali) riposte nella cassa. I danni materiali del Circolo ammontano a 12.000 lire (18.500.000 circa in lire attuali). I fascisti si dirigono poi verso la Cooperativa di consumo che si trova nei locali adiacenti al Municipio posto nell'attuale Piazza Diaz sul prolungamento di Via Bonini. Dopo aver devastato i locali della Cooperativa vi appiccano il fuoco aiutandosi con benzina e acquaragia. Le fiamme divampano fino a raggiungere i locali del Municipio distruggendo tutto quanto in esso contenuto: mobili, documenti, e registri. Del fabbricato rimangono soli i muri maestri e un cumulo di macerie fumanti. Il Parroco riesce fortunosamente a salvare alcuni documenti dell'Opera Pia Bellini che erano depositati in Municipio. Prima dell'arrivo della forza pubblica la squadra fascista lascia indisturbata il paese e si reca a Casalbeltrame dove devasta il Circolo operaio e due case di socialisti. Il 24 luglio l'Amministrazione Comunale socialista si dimette e a reggere il Comune di Barengo, in qualità di Commissario Prefettizio, viene chiamato l'ex Commissario di P.S. cav. Giovanni Malinverni, residente a Borgomanero (fonte: "Percorsi, Storia e Documenti Artistici del Novarese", Provincia di Novara 2005/ Francesco Cerri).

Feste

Tra la fine di luglio e i primi di agosto la Pro Loco di Barengo organizza ogni anno la Festa del Paese presso il campo sportivo Comunale. Le serate si svolgono con cene con prodotti tipici, grigliate e intrattenimento musicale di varie band musicali della zona.

In autunno la “Caccia alla Volpe” è un  lungo e impegnativo percorso di campagna a cavallo che richiama moltissimi spettatori per ammirare uno spettacolo ottocentesco di intrepidi cavalieri in giacca rossa o nera galoppare o trottare su campi e sentieri, fino a sfidarsi nella tradizionale contesa della "presa".

Informazioni Turistiche

Senza dubbio nell'Ottocento si vide mutare progressivamente l'assetto del territorio di Barengo, la cui vocazione agricola produsse una sostanziale riorganizzazione nel sistema di distribuzione e bonifica delle acque, nella costruzione dei campi e delle vie di trasporto e comunicazione. Nello spazio di questo secolo, in pianura la coltivazione del riso assunse via via una forte rilevanza economica e i grandi proprietari delle terre costruirono e ampliarono cascine come Solarolo, Bischiavino, Quincia, Rinalda per potervi ospitare la manodopera, il bestiame ed i raccolti; in collina si andò invece rapidamente diffondendo la coltura della vite, con la quale, in seguito all'affrancamento degli usi civici, l'estesa e rigogliosa piana collinare denominata "Pianone", venne riorganizzata secondo una regolare frammentazione a scacchiera di strade e appezzamenti. Uno dei più importanti metodi a disposizione per poter determinare i caratteri di sviluppo e l'entità delle trasformazioni urbanistiche di un luogo è quello costituito dal raffronto delle sue storiche carte di rappresentazione territoriale. A partire dalla preziosa mappa Teresiana del 1723 per passare alla mappa Rabbini redatta nella seconda metà dell'Ottocento e concludere con i recenti fogli catastali degli anni Cinquanta, si nota come l'abitato di Barengo sia stato interessato da una lenta e contenuta espansione che ha mantenuto pressoché inalterato il nucleo edificato intorno alla metà dell'Ottocento. Naturalmente anche i dati demografici comunali rifletterono questo andamento: la popolazione fece contare nello stesso periodo i 1400 abitanti, toccando il numero massimo nel primo decennio del Novecento con 1535 residenti, per poi andare incontro ad un calo progressivo. Con gli anni del "boom" economico, il territorio di Barengo continuò ad apparire, così come testimoniato anche da alcune fotografie d'epoca, come un rigoglioso giardino, con i suoi orti, i vigneti collinari, le vaste distese di prati e campi di grano, specchio di quella sapienza contadina che, per secoli, ha saputo utilizzare le risorse della terra senza alterare quegli equilibri naturali e quella memoria dei luoghi oggi troppo spesso dimenticati e che invece si dovrebbero imparare a rispettare. Tra i punti di interesse: le cicogne sul Campanile Parrocchiale, il Monumento ai Caduti, l’Ospedale Bellini (Sec. XVIII), il Castello (Sec. XIV) sulla collina che sovrasta il Centro abitato, la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta (Sec. XIV), l’Oratorio di San Clemente (Sec. XII), l’Oratorio di San Rocco (Sec. XV) in Località Baraggiolo, l’Oratorio di Santa Maria di Campagna (Sec. XIII) e l’ara Romana (c/o cimitero comunale), l’Oratorio Madonna della Neve (Sec. XVII) in Località Pizolo.

Denominazioni collegate

Piemonte

Piemonte

Regione di riferimento: Piemonte
Enoregione: ALTO MONFERRATO, TERRE DEL GAVI E TERRE DEL MOSCATO, BASSO MONFERRATO E COLLINE TORINESI, CANAVESE, COLLINE NOVARESI, LANGHE E ROERO, TORTONESE, PINEROLESE E VAL DI SUSA
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Villa del Bosco, Comune di Vigliano Biellese, Comune di Verduno, Comune di Treiso, Comune di Suno, Comune di Strevi, Comune di Sizzano, Comune di Romagnano Sesia, Comune di Rocchetta Tanaro, Comune di Roasio, Comune di Quaranti, Comune di Priocca, Comune di Portacomaro, Comune di Ovada, Comune di Novi Ligure, Comune di Nizza Monferrato, Comune di Neviglie, Comune di Monteu Roero, Comune di Montelupo Albese, Comune di Montegrosso d'Asti, Comune di Monleale, Comune di Moncalvo, Comune di Mombaruzzo, Comune di Moasca, Comune di Mezzomerico, Comune di Maggiora, Comune di La Morra, Comune di Isola d'Asti, Comune di Guarene, Comune di Grignasco, Comune di Ghemme, Comune di Gavi, Comune di Gattinara, Comune di Fara Novarese, Comune di Dogliani, Comune di Cuceglio, Comune di Costigliole d'Asti, Comune di Cocconato, Comune di Castelletto d'Orba, Comune di Castagnole delle Lanze, Comune di Casale Monferrato , Comune di Carema, Comune di Canelli, Comune di Caluso, Comune di Calamandrana, Comune di Brusnengo, Comune di Briona, Comune di Borgomezzavalle, Comune di Borgomanero, Comune di Bogogno, Comune di Boca, Comune di Barolo, Comune di Barengo, Comune di Barbaresco, Comune di Albugnano, Comune di Alba, Comune di Agliano Terme, Comune di Acqui Terme , Comune di Serralunga d'Alba, Comune di Santo Stefano Belbo

Enti Interessati
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Doc piemont

Colline Novaresi

Colline Novaresi

Regione di riferimento: Piemonte
Enoregione: COLLINE NOVARESI
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di Sizzano, Comune di Romagnano Sesia, Comune di Mezzomerico, Comune di Maggiora, Comune di Grignasco, Comune di Ghemme, Comune di Fara Novarese, Comune di Briona, Comune di Borgomanero, Comune di Bogogno, Comune di Boca, Comune di Barengo, Comune di Suno

Enti Interessati
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Doc colline novaresi

News

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L'Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Barengo, in provincia di Novara (Piemonte). ...
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