Comune di San Giovanni in Fiore

  • Telefono: 0984 977111
  • Fax: 0984 991317
  • Sitoweb: San Giovanni in Fiore
  • Socio dall'anno: 2021
  • Sede Amministrativa
    Piazza Matteotti 87055 San Giovanni in Fiore (Cosenza)

Origine del nome

Secondo uno studio condotto dall'architetto Pasquale Lopetrone l'origine del nome si è evoluto attraverso tre distinte fasi, ognuna rappresentativa di tre distinti momenti storici dell'insediamento umano su questi territori. Le tre fasi sono indicate con i nomi dei toponimi: Fara, Fiore e San Giovanni in Fiore. Il primo deriva dall'insediamento militare sorto sul luogo dove ora sorge l'abbazia florense, che fu chiamato "Faradomus" (la casa della Fara). Il termine Fara indica il contingente militare migrante con cui i Longobardi riuscirono ad insediarsi anche in Italia. Il secondo è legato alla stabilizzazione su questi luoghi dell'abate Gioacchino che nel 1189 volle generare un parallelismo con Nazareth il Fiore della Galilea (a Nazareth avvenne l'annuncio dell'arrivo del Figlio, a Fiore avverrà l'annuncio di un nuovo frutto: l'Età dello Spirito Santo) fondando il primo modello assoluto di Chiesa Giovannea Spirituale congregata. Il titolo Monasterium de Sancti Ioannes de Flora rimase anche dopo la morte del protoabate florense e diede il nome anche all'insediamento civile istituito nel 1530 su autorizzazione dell'imperatore Carlo V. (fonte: wikipedia.org)

Il Territorio

  • Num. Abitanti: 16
  • Superficie: 282,53 km²
  • Santo Patrono: San Giovanni Battista - 24 giugno
  • Codice ISTAT: 078119
  • Codice Catastale: H919
  • Prefisso: 0984
  • PEC: protocollogeneralesgfiore@asmepec.it
  • Densita: 58,15 ab./km²
  • Dati forniti da Tuttitalia.it

Amministratore

Nome
Rosaria Succurro


Storia

Il Comune lega tutta la sua storia alla figura di Gioacchino da Fiore. E’ però possibile tracciare un percorso sulla fondazione vera e propria del paese, le cui origini si evolvono in seguito nel 1500 con l’istituzione della Commenda dei beni badiali, proseguendo con la fondazione vera e propria del Casale che, nel tempo, ha assunto sempre più le caratteristiche di un centro abitato per via della moltitudine di gente pervenuta da ogni parte della Sila. Fondatore del casale fu Salvatore Rota, originario di Napoli e quarto Abate Commendatario del Monastero florense, che nel 1530 riuscì ad ottenere, da parte del potente Re delle Due Sicilie Carlo V d’Asburgo, un diploma ufficiale in base al quale si concedeva di costruire un casale con ampia autonomia, vincolato ad essere abitato da fedeli appartenenti a qualsiasi regno cristiano purchè amici e non tributari della Curia regia. Erano esentati dal pagamento delle imposte per dieci anni e all’abate veniva attribuita la funzione giudiziale ordinaria sui nuovi abitanti. L’Imperatore approfittava in tal modo della fondazione del nuovo casale per accogliere quei profughi non ancora censiti nel territorio del Regno. Questa azione incoraggiava infatti le comunità limitrofe a stabilirsi nel nuovo abitato al riparo dai regimi fiscali esosi e dalle angherie feudali. Nel frattempo l’abate Rota grazie alla sua politica intraprendente, raddoppiava le entrate del monastero, restaurava la chiesa e, in un’iscrizione apposta su una lastra marmorea nei pressi della stessa, si presentava ai posteri come unico fondatore del paese. Alcuni tutt’oggi ravvisano in Gioacchino questa funzione, in realtà egli è solo fondatore dell’antico protocenobio sito in località Jure Vetere, andato distrutto e non del paese di cui con molta probabilità non previde la nascita.

Feste

Tanti gli eventi in calendario:

·       nel mese di febbraio il Carnevale è festeggiato con particolari rappresentazioni musicali dette “Frassie” che riproducono sotto forma satirica un quadro degli avvenimenti più eclatanti del paese;

·       nei mesi estivi si svolgono le feste della Madonna della Sanità, San Francesco di Paola, Corpus Domini, Sant'Antonio, San Giovanni Battista (protettore della cittadina), Madonna del Carmine e San Domenico;

·       in agosto hanno luogo la “Fiera” tradizionale annuale, che attira visitatori di tutte le zone limitrofe, legata alla ricorrenza delle festività di San Giovanni Decollato, e la Fiera Florense nei vicoli del centro storico;

·       durante le festività natalizie si ripercorrono le antiche tradizioni: U zugghi, un canto popolare augurale che viene cantato davanti agli uscì degli amici e delle persone care fino a quando non si è invitati ad entrare per ricevere l'offerta (spesso una cena) facendo festa insieme al commensale, e le focere, falò rionali accesi la notte di Natale con l'intento di creare quel calore di cui nella leggenda popolare tanto aveva bisogno Gesù bambino.

Informazioni Turistiche

San Giovanni in Fiore è un paese ricco di testimonianze storiche, da quelle religiose che hanno ospitato alcuni fra i maggiori artisti calabresi del Settecento a quelle civili, con la realizzazione dei numerosi palazzi signorili settecenteschi ancora esistenti: l’Abbazia Florense con la Sala esposizioni delle tavole del Liber Figurarum, le Chiese Santa Maria delle Grazie, Santa Maria della Sanità, San Francesco di Paola e Madonna del Carmelo, il Monastero dei Tre Fanciulli (frazione di Fantino, località ‘A Patia), il Convento dei Cappuccini, i palazzi Barberio Toscano, Lopez, Nicoletti, Romei, Barberio, Caligiuri, De Luca, De Marco e Oliverio, il sito archeologico di Iure Vetere, l’Arco normanno del 1200, il Monumento ai caduti di Monongah, il Cippo della Stragola, il Ponte della Cona, il Polo museale comprendente il Museo demologico dell'economia del lavoro e della storia sociale silana e il Museo fotografico Saverio Marra. 

Da non perdere un assaggio dei piatti della cultura contadina, molti dei quali vedono come ingrediente la patata della Sila, che trova largo impiego nelle “tielle” (tegami) come accompagnamento al baccalà. Molto uso si fa dei funghi in varie pietanze, specie nelle conserve, così come ancora è diffusa la pratica delle conserve di melanzane, zucchine e pomidoro secchi sott'olio, e comunque tutti i prodotti dell'orto. Il pane è sempre stato un alimento curato e perfezionato dai maestri fornai (oggi sono circa 10 i forni presenti in paese, alcuni dei quali esportano parte della loro produzione anche nelle regioni del nord Italia): pane casereccio a doppia lievitazione naturale cotto nel forno a legna, pitta (focaccia di pane), cullura (ciambella di pane), pitta 'minata (fatta con i residui tolti via dalla madia) e vari panini, dalla semplice “rosetta” al “pane al burro". E ancora: latticini, insaccati, le zeppole, i turdilli (dolci fatti con il miele), i muccellati, i mastacciuoli (preparati con pasta di miele, ripieni di mandorle e cioccolato, molto simili alla reggina 'Nzuddha) e la natalizia "pitta 'mpigliata".

Denominazioni collegate

Calabria

Calabria

Regione di riferimento: Calabria
Enoregione: COSENTINO E FASCIA TIRRENICA, CROTONESE IONICO, IONIO MERIDIONALE
Tipo denominazione : IGT
Enti Collegati
Comune di Saracena, Comune di San Giovanni in Fiore, Comune di Motta Santa Lucia, Comune di Melissa, Comune di Lamezia Terme, Comune di Isola di Capo Rizzuto, Comune di Frascineto, Comune di Cosenza, Comune di Cittanova, Comune di Cirò Marina, Comune di Cirò, Comune di Casignana, Comune di Bianco, Comune di Belmonte Calabro, Comune di Strongoli

Enti Interessati
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Calabria

Terre di Cosenza

Terre di Cosenza

Regione di riferimento: Calabria
Enoregione: COSENTINO E FASCIA TIRRENICA
Tipo denominazione : DOC
Enti Collegati
Comune di San Giovanni in Fiore, Comune di Frascineto, Comune di Cosenza, Comune di Belmonte Calabro, Comune di Saracena

Enti Interessati
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Doc terre di cosenza

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